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Michele Angileri

Fosso di Spina Santa

La piccola bastionata calcareo-marnosa dei monti Prenestini si erge panoramica ad est di Roma, a dominare il sottostante agro romano. Vicinissimi alla metropoli, i Prenestini sono uno scrigno di bellezze naturali avvolto da una lussureggiante macchia mediterranea alle basse quote e da boschi di castagni, carpini e faggi in alto. Il progressivo abbandono delle attività agricolo-pastorali e boschive avvenuto a partire dagli anni '50, li ha resi più selvaggi, tanto che alcuni sentieri di bassa quota sono stati cancellati da una macchia impenetrabile. Le zone di più difficile accesso sono oggi popolate dai cinghiali.
I centri abitati sono molto belli, panoramici, ricchi di testimonianze storiche.

Dai Monti Prenestini scendono alcune valli incassate interessanti sotto il profilo torrentistico.

La stagione giusta per discendere il Fosso di Spina Santa è quella piovosa. È allora che le cascate sono animate dall'acqua spumeggiante e le numerose pozze sono un invito irresistibile alla discesa.

Nome Fosso di Spina Santa
Regione Lazio
Centro urbano più vicino Ciciliano (Roma)
Dislivello 290 m
Sviluppo 1200 m
Verticale massima 27 m
Roccia calcare
Difficoltà3 (autunno, inverno, primavera)
Navetta No
Esplorazione Michele Angileri, Mario Belfiore, Tullio Dobosz, Riccardo Hallgass, Felice Zaccheo; 12 luglio 1992

 

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Cosa trovate nella descrizione dettagliata della gola

Ricordi

L'esplorazione dei fossi dei Monti Prenestini ha una storia particolare. Fu condotta da un gruppo di alpinisti della zona (l'unico nome che sono in grado di citare è quello di Vincenzo Abbate, autore di un libro sui Monti Prenestini e si alcuni articoli specifici sui torrenti) alla ricerca di itinerari con arrampicate su roccia. Fu condotta quindi dal basso, aggirando vasche singole, corridoi con vasche, e cascate poco adatte all'arrampicata, e risalendo in arrampicata le verticali ritenute adatte e interessanti. Ciò è possibile per i torrenti dei Monti Prenestini, che formano gole poco incassate, i cui versanti sono risalibili in molti punti. Inoltre la maggior parte dei torrenti è normalmente priva di scorrimento, anche in inverno.

Probabilmente anche il Fosso di Spina Santa fu percorso da quel gruppo di alpinisti. Tuttavia a Spina Santa ci sono tratti con molte vasche, tratti che debbono essere necessariamente aggirati da chi non indossa le mute. Senza dubbio la prima discesa torrentistica fu effettuata da noi, un gruppo di 5 soci della ASR86, un'associazione speleologica con sede a Roma di cui facevo parte in quel periodo. Organizzatore della discesa fu Tullio Dobosz.

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