cookieless, no-ads, no threats canyon exploring with Michele Angileri Cascata del Montacchione
L'Altopiano dell'Alfina è un plateau basaltico ricoperto da fertili terreni coltivati e boschi di querce, con qualche
casa isolata, un paio di paesi e alcuni splendidi castelli come quello di Torre Alfina o quello di San Quirico. Il paesaggio è verde, rilassante e
tipicamente italiano.
La Cascata del Montacchione precipita dal bordo dell'Altopiano dell'Alfina di fronte alla rocca di Orvieto. È abbastanza conosciuta dalla gente del posto, che vi si reca ad ammirarne la maestosa bellezza, con una camminata relativamente semplice. La visita della cascata è consigliabile soprattutto nelle stagioni piovose, quando il getto d'acqua è vigoroso. È certamente un bel pezzo di Natura in un luogo già di per sé incantevole per il paesaggio e la storia. Per gli appassionati che vogliano cimentarsi con la discesa della cascata le cose sono però decisamente meno facili: la boscaglia è fitta e spinosa, il basalto è particolarmente aguzzo e tagliente e le rocce che compongono la cascata sembrano avere l'intenzione di venire giù alla prima occasione ...
  RicordiE chi se la dimentica quella discesa? Una zona di ville, terreni coltivati, tombe etrusche e boscaglia mediterranea con magnifica vista sulla rocca di Orvieto.
Un'alta cascata, la cui altezza non sorprende perchè lo sapevi, te l'aspettavi: giunti sul bordo dell'altopiano dell'Alfina i torrenti saltano giù dalle antiche colate
di basalto,
e così fa il Montacchione. Non ti aspettavi, invece, quel particolare basalto pieno di buchi: non l'avevi mai incontrato prima, è durissimo, sembra tagliente,
bisogna fare attenzione. Ma è il tuo sport, è quello che fai
da 30 anni per divertirti, emozionarti, stupirti, rilassarti, scaricarti, stancarti, riposarti, ricaricarti, sognare ... L'hai fatto tante volte, sai come si fa,
hai tutti gli attrezzi e il materiale necessario, e di più.
E poi, più giù, accade qualcosa di inimmaginabile, che in un attimo spazza via le certezze su cui si fonda la "normalità" di questo sport. Di colpo l'attrezzatura non serve più a nulla e ti ritrovi solo, tu, la cascata, la forza di gravità. Hai qualche istante per prepararti al peggio, all'inenarrabile ... Solo l'istinto può guidarti, e non c'è il tempo di chiedersi se saprà farlo bene ... Tutto dura pochi istanti. Ti alzi da terra, controlli se sei sano. Lo sei, più o meno lo sei, incredibilmente e fortunatamente lo sei.
Le certezze invece sono a pezzi, distrutte. Non capisci come
questo sia potuto accadere. Ti rendi conto che c'è qualcosa di importante, di vitale che non sai, che non avevi immaginato, che nessuno ti aveva
spiegato, forse che nessuno ancora sa. Ti rendi conto che senza questa conoscenza non potrai più continuare a praticare questo pericoloso sport che hai scelto.
Ma prima di decidere se dire "basta così" voglio capire, voglio indagare, voglio provare ad acquisire quella conoscenza che mi manca ... Forse anche per questa pericolosa attività la ricetta è la solita, quella che vale per tutte le attività dell'uomo: più cautela e meno fiducia, più dubbi e meno certezze, più scienza e meno fisicità, più testa e meno cuore. Quello che mi piace di più del torrentismo e della vita è scoprire cose nuove. Qui c'è una cosa nuova da scoprire: non posso tirarmi indietro, non sarei io. Poi deciderò. Copyright © 2002- Michele Angileri. All rights reserved. |
|