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Michele Angileri

Gole del Caperrino

A un certo punto, inaspettatamente, il paesaggio collinare della valle del Basento è interrotto da una piccola catena montuosa a destra del fiume, di traverso alla valle, che mostra roccia nuda, pareti e una quantità incredibile di guglie rocciose aguzze e contorte. A qualcuno queste forme hanno ricordato le Dolomiti, e per questo la catena è stata chiamata "Piccole Dolomiti Lucane", o più semplicemente "Dolomiti Lucane".
In realtà il piccolo massiccio lucano è profondamente diverso dalle Dolomiti. La roccia qui è arenaria, più tenera e plastica della dolomia. Siamo a quote più basse, e sulle guglie sorgono due spettacolari paesi di case di pietra e cantine scavate nella roccia viva, due paesi che sembrano usciti da una favola: Pietrapertosa e Castelmezzano.

Da qualche anno le Dolomiti Lucane sono oggetto di una ben riuscita operazione di promozione turistica, che porta ogni anno sempre più visitatori. I due borghi che si andavano definitivamente spopolando vengono risistemati e riportati a uno splendore che sa di antico e di serenità. Contemporaneamente vengono risistemati gli antichi sentieri, magari arricchiti con intallazioni scultoree interattive, e realizzate vie ferrate che si inerpicano in mezzo alle guglie.
Uno dei pezzi forti della moderna offerta turistica delle Dolomiti Lucane è senza dubbio il "Volo dell'angelo", una lunga teleferica (anzi, due) che unisce Castelmezzano a Pietrapertosa attraversando in alto la profonda valle che divide a metà le Piccole Dolomiti Lucane. La teleferica viene percorsa ad una velocità che supera i 100 km/h, su una imbragatura che tiene il corpo orizzontale, con la testa in avanti. Il Volo ha portato qui gente da tutta Italia (e dall'estero) facendo da volano per l'economia turistica della zona.

E qui si può fare anche del torrentismo: la profonda valle che divide in due le Dolomiti Lucane è infatti una gola: il canyon del Torrente Caperrino.

Nome Gole del Caperrino
Regione Basilicata
Centro urbano più vicino Castelmezzano
Dislivello 250 m
Sviluppo 3300 m
Verticale massima 10 m
Roccia Arenaria
Difficoltà4
Navetta Necessaria
Esplorazione Michele Angileri, Paolo Bracale, Giorgio Ecker, Patricia Mallia, Carla Minisci, Enrica Paoloni, Saverio Talerico; 1 luglio 2018

 

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Cosa trovate nella descrizione dettagliata della gola

Ricordi

La prima volta che vidi le Dolomiti Lucane era il 1999, d'estate. Allora il turismo di massa non c'era, niente Volo dell'angelo, niente agriturismi, ... I paesi erano silenziosi, la vecchia strada che saliva a Castelmezzano dalla Basentana era transitabile, ... Ovviamente notai la gola del torrente Caperrino, ma il torrente era quasi in secca e l'acqua che vi scorreva non era pulitissima, grazie agli scarichi urbani dei due paesi ...
Tornai alle Dolomiti Lucane in primavera, ma il torrente aveva troppa acqua ...

Finì che non passai più da quelle parti, almeno non nel periodo giusto per esplorare il Caperrino ... Preso da altre esplorazioni, il Caperrino mi passò dalla mente.
Fu lo sviluppo turistico delle Dolomiti Lucane e la crescente fama del luogo presso gli escursionisti e gli appassionati di Natura a risvegliarmi il desiderio di tornare in quello splendido scenario. In una roccia particolare come quella non poteva che esserci una gola particolare. Quando finalmente riuscii a organizzare l'esplorazione del Caperrino erano passati quasi 20 anni dalla prima volta che ero passato di lì.

Con gli amici arrivammo a Castelmezzano la sera prima, al crepuscolo. Dall'alto lo scenario delle guglie e dei paesi nella luce del tramonto era magico, e il taglio della gola appariva impressionante, inequivocabile. Sulla strada passavano frotte di turisti in macchina e in motocicletta, e non era facile trovare un parcheggio. Enrica mi disse che era impossibile che in quel luogo così frequentato da turisti, escursionisti e appassionati di vie ferrate, in un tempo in cui il torrentismo è praticato diffusamente e oggetto di accompagnamento commerciale, a nessuno, italiano o straniero che sia, fosse ancora venuto in mente di percorrere la gola del Caperrino ...

È più che possibile, Enrica. Dopo tanti anni di esplorazioni in luoghi conosciuti e frequentati ne sono così convinto che neanche mi viene il dubbio.

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