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Michele Angileri

Spina dell'Asino

Foreste, granito immerso nella vegetazione rigogliosa, vasche e qualche cascata sono gli elementi che compongono questo tipico vallone silano, meta ideale nelle calde giornate estive per chi ama muoversi in mezzo alla natura selvaggia.

Nome Spina dell'Asino
Regione Calabria
Centro urbano più vicino San Giovanni in Fiore
Dislivello 265 m
Sviluppo 2800 m
Verticale massima 16 m
Roccia Granito
Difficoltà3
Navetta Possibile
Esplorazione Michele Angileri, Domenico Riga, Saverio Talerico, Giuseppe Viggiani; 10 agosto 2018

 

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Ricordi

Saverio è uno spirito libero, che ama perdersi in mezzo alla Natura per poi ritrovare la strada. La Natura lo attira, lo risucchia dentro di sé, e lui va in estasi allontanandosi dalle cose terrene, dai dettagli del vivere quotidiano ...

All'inizio della discesa realizzammo che Saverio non c'era più. Eravamo giunti tutti assieme al guado sul torrente. Poi io e Domenico avevamo continuato lungo la pista di accesso che risaliva sull'altro versante per capire se conveniva iniziare la discesa più avanti. Però ci fu subito chiaro che il punto di accesso migliore era quello precedente, e così tornammo indietro.
Al guado ritrovammo Giuseppe ma non Saverio. "Dov'è?". "Non lo so, non l'ho visto". "Ma era qui con te, non ti ha detto niente?". "No".
Chiamai Saverio ad alta voce e col fischietto, ma niente. Non era venuto dietro me e Domenico, altrimenti l'avremmo incontrato, avendo noi ripercorso a ritroso lo stesso cammino. Forse aveva risalito il torrente per vedere se anche a monte ci fossero vasche e cascate, e in quel caso non mi sentiva per via del fragore dell'acqua. Risalii il torrente per un tratto: nulla.
L'unica ipotesi che restava in piedi era che Saverio, in un momento di distrazione, non avesse capito che io e Domenico andavamo a cercare un accesso più avanti e, ritenendo (a ragione) che la discesa iniziasse dal guado aveva iniziato a scendere lungo il greto, e dunque ci aspettava più avanti. Così ci cambiammo e iniziammo a scendere lungo il torrente, ma ancora di Saverio non c'era traccia.
Giunti sull'orlo della prima cascata fu evidente che anche quell'ipotesi era infondata: Saverio lí non era arrivato.

Che fare? scendere il torrente in tre contando sul fatto che avremmo ritrovato Saverio alla macchina la sera? Volli fare un ultimo tentativo. Tornai indietro con l'intenzione di arrivare in un punto alto da cui il mio fischio di richiamo avrebbe potuto più facilmente essere udito. Giunto al punto di lasciare il greto iniziai a fischiare, prima ancora di salire lungo il fianco del torrente ... e mi giunse il fischio di risposta. Proveniva dall'alto, dalla collina che separa la Spina dell'Asino dal vallone successivo. Qualche minuto dopo Saverio, finalmente, ricomparve e la discesa poté svolgersi più o meno normalmente.

Rimane però il mistero: come ha fatto Saverio a sparire e a ricomparire lassù? un paio di ipotesi ce le avrei ...

  1. un tunnel spazio-temporale ha trasportato istantaneamente Saverio sulla montagna di fronte, così da vedere se fosse capace di ritrovare la strada
  2. figure fantasma identiche a me e Domenico sono apparse davanti a Saverio e lui le ha seguite a lungo prima di rendersi conto che fossero fantasmi
  3. la completa fusione con la Natura: Saverio, in completa estasi mistica, si è smaterializzato e fuso con le pietre, l'erba e gli alberi, per poi rimaterializzarsi

Si, in verità avrei anche un'altra ipotesi per spiegare la sparizione di Saverio (ha seguito me e Domenico lungo la pista, poi, distratto dai pensieri, ci ha involontariamente superati nel momento in cui ci eravamo allontanati dalla pista per guardare dall'alto il torrente, trovandosi così a salire da solo lungo la sterrata e quindi, non vedendoci, pensando che fossimo più avanti e che la valle non fosse quella, ha continuato a salire) ...
Ma le tre ipotesi precedenti sono più belle, vero?

La foto 22 è di Giuseppe Viggiani

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