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Michele Angileri

Fiumarella Nocequadrato

Il massiccio della Sila, in Calabria, ha caratteristiche insolite per una montagna appenninica. Le forme sono dolci, i profili arrotondati sono ricoperti dalle grandi e celebri foreste di pino. In alto, a 1300 metri sul livello del mare, ci sono vasti altopiani ricoperti in parte dalle foreste, in parte da coltivazioni, in parte dai laghi artificiali creati per fini idroelettrici.
Le caratteristiche del paesaggio silano sono il frutto del particolare tipo di terreno di cui è composta la parte centrale del massiccio. Il granito che costituisce il cuore del massiccio si presenta in superficie frantumato e degradato, privo di asperità e picchi. Ai bordi dell'altopiano (soprattutto sul bordo orientale) al granito si affiancano terreni calcarei, antiche rocce metamorfiche, conglomerati, arenarie, gessi. Un mosaico geologico che disegna un paesaggio vario e sorprendente.

Dal cuore della Sila prendono origine numerosi corsi d'acqua, ai quali il terreno impermeabile fornisce scorrimento idrico perenne. I torrenti e i fiumi, raggiungono il bordo dell'altopiano e quindi iniziano un percorso più ripido verso il mare, scavando profondi valloni che rendono lunghi e complessi gli spostamenti anche su brevi distanze. I centri abitati sono assai più isolati di quanto non appaia dalla lettura di una carta geografica o dall'osservazione a distanza del massiccio.

Nel suo breve percorso verso il Fiume Lese, la fiumarella Nocequadrato scava una gola poco incassata ma con diverse cascate che richiedono l'uso della corda. La stagione migliore per la discesa è quella che va da ottobre a maggio, quando le cascate del Nocequadrato sono percorse da un discreto flusso idrico, che aggiunge ulteriore bellezza all'ambiente granitico circondato dalla macchia mediterranea. Nella stagione giusta la gola del Nocequadrato è un itinerario di torrentismo piacevole e appagante.

Nome Fiumarella Nocequadrato
Regione Calabria, Sila
Centro urbano più vicino Cerenzia (Crotone)
Dislivello 230 m
Sviluppo 2 km
Verticale massima 20 m
Roccia granito
Difficoltà3
Navetta Indispensabile
Esplorazione Michele Angileri, Giuseppe Antonini, Paola Santinelli; 22 agosto 2006

 

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Cosa trovate nella descrizione dettagliata della gola

Ricordi

Gli amici Pino e Paola sono innamorati dei monti del sud Italia. Ci vengono spesso, perché vogliono conoscerne quanto più e possibile, e perché Pino sta scrivendo un libro sulle gole del sud. Ma quando vengono hanno un programma fittissimo: domani siamo qui, dopodomani scendiamo quella gola, il giorno dopo ci spostiamo in quella zona per vedere ...
A me che ho qualcosa di nuovo da esplorare diventa difficile aprire un buco nella loro lista degli impegni per coinvolgerli in una nuova discesa. Però ci riesco, forse senza troppe difficoltà perché in fondo a Pino e Paola la parola "esplorazione" non dispiace affatto!
E così eccoci qui anche stavolta, ad aspettare il ritardatario di turno (una volta ciascuno!). Tanto il giorno è lungo, tanto poi si farà presto a scendere un torrente facile. La cosa che mi impensierisce di più è arrivare sul greto (magari senza lasciare sui rovi i soliti brandelli di pelle) ma una volta arrivati giù il resto è una passeggiata, con Pino che scende le cascate senza corda, con Paola che arrampica per non bagnarsi i calzoni, con me che metto gli spit, uso la corda e mi bagno i calzoni (fa caldo, cribbio!).

La gola è graziosa, ma certo sarebbe più bella in inverno, con le cascate che portano acqua.
Ci tornerò.

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