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Michele Angileri

Rivo Iarito

La minuscola Baia di Crapolla si trova nel versante meridionale della Penisola Sorrentina. È composta da una stretta spiaggia di ghiaia, chiusa da pareti rocciose che proseguono in mare formando una sorta di piccolo fiordo, che mantiene la spiaggia al riparo dalla maggior parte delle mareggiate.
Crapolla è dunque un ottimo porto naturale, che ha il solo difetto di trovarsi in un luogo asperrimo e in un punto in cui mai nessuno ha voluto edificare un villaggio. Per poter raggiungere la baia di Crapolla partendo dai villaggi di Torca e Sant'Agata (situati in alto, sulla cresta spartiacque) fu realizzato anticamente un tipico sentiero amalfitano a scalinata. Nella baia sorsero quindi un molo, alcuni magazzini e un muro per riparare le barche dalle mareggiate.

Oggi Crapolla è un luogo quasi deserto. I pochi pescatori rimasti in zona vi si recano forse solo nella bella stagione: troppo lunga e faticosa è la risalita al paese, troppo complicato il trasporto del pesce e degli attrezzi.
Anche di escursionisti a Crapolla se ne vedono pochi (è il solito paradosso della Costiera Amalfitana: sovrappopolata, turisticizzata ma allo stesso tempo sconosciuta e solitaria). Quei pochi che ci vanno scoprono un luogo profondamente bello e affascinante. Quei pochissimi che ci vanno d'inverno scoprono qualcosa di più: il circo di pareti che chiude la stretta baia ha una sorta di taglio al proprio centro, e da lì precipita una cascata.
Non so quanti tra coloro che hanno avuto il privilegio di ammirare la cascata di Crapolla si siano resi conto che il taglio da cui proviene, la spiaggia e il piccolo fiordo non sono altro che la forra di un torrente di montagna, che inizia ai piedi dei villaggi di Torca e Sant'Agata e termina direttamente in mare.
È la forra del torrente Iarito.

Nome Rivo Iarito
Regione Campania, Penisola Sorrentina
Centro urbano più vicino Torca
Dislivello 210 m
Sviluppo 400 m
Verticale massima 90 m
Roccia Calcare
Difficoltà5
Navetta No
Esplorazione Michele Angileri, Andrea Pucci: 28 febbraio 2010

 

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Cosa trovate nella descrizione dettagliata della gola

Ricordi

La Costiera ci ha svelato un altro dei suoi gioielli.
E mi rammarico che le parole non possano far vivere a chi legge le emozioni che Andrea ed io abbiamo provato esplorando la forra dello Iarito. Foto e video aggiungono qualcosa, ma la realtà rimane un'altra cosa.
La realtà di un ambiente primordiale a due passi dall'urbanizzazione più spinta e incivile. Una forra che precipita verso il mare facendosi largo tra pareti altissime.
Non si può rendere con le parole o con le foto l'emozione che si prova affacciandosi sull'orlo dell'ultima cascata e vedendo le barche tirate a secco nei pochi metri di spiaggia incassata tra le pareti del piccolo fiordo di Crapolla 120 m più in basso. Non si può spiegare l'emozione che si prova a scendere con la corda dentro quel paesaggio, completamente avvolti dagli spruzzi della cascata. Ho un po' di rammarico per essere sceso con la preoccupazione che veniva dal non sapere se le corde bastavano ... Senza me la sarei goduta molto di più.

Dopo 20 anni di torrentismo io ancora mi stupisco di quello che faccio e di quello che c'è da scoprire. Niente è scontato. Immancabilmente troviamo qualcosa che ci sorprende, che ci cambia i parametri di riferimento.
Le uniche certezze sono l'affiatamento in forra tra me e Andrea, e la grande potenza delle tecniche messe a punto in questi anni. Tutto il resto è profonda, incredibile avventura.

Foto e video by Michele Angileri e Andrea Pucci

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