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Michele Angileri

Fosso delle Iànnole

Il Fosso delle Iànnole scende ripido dal massiccio del Monte Cairo verso le Gole del Melfa. Il suo percorso inizia, appunto, alle Iànnole, una serie di piccoli pianori coltivati ed abitati fino a qualche decennio fa e oggi abbandonati e solitari. La vegetazione si è ripresa il territorio creando una impenetrabile giungla di arbusti spinosi anche dove prima c'era il bosco, devastato da un incendio.

La discesa del Fosso delle Iànnole, tecnicamente facile, è una bella escursione in un ambiente fortemente rinselvatichito, adatta a coloro che amano confrontarsi con questo tipo di ambienti.

Nome Fosso delle Iànnole
Regione Lazio, Monte Cairo
Centro urbano più vicino Santopadre
Dislivello 220 m
Sviluppo 700 m
Verticale massima 15 m
Roccia Calcare
Difficoltà2
Navetta No
Esplorazione Michele Angileri, Carlo Scappaticci; 16 ottobre 2021

 

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Cosa trovate nella descrizione dettagliata della gola

Ricordi

Una ricognizione nella parte bassa delle Iànnole l'avevo fatta molti anni prima, nel 2005. Risalita la valle sul greto o sui fianchi per un centinaio di metri di dislivello avevo concluso che non si trattava di un torrente interessante. Una decina d'anni più tardi, però, l'esplorazione di altri affluenti del Melfa che avevo considerato non interessanti e che invece si erano rivelati belle gole acquatiche (nella stagione giusta) mi spinse a riprendere in considerazione le Iànnole. Siccome avevo verificato che nella parte bassa non c'era un granché, il tratto interessante, se c'era, doveva essere più in alto.

L'occasione per scendere le Iànnole venne un giorno di inizio autunno, uno dei rarissimi giorni in cui l'amico Carlo è libero e ha voglia di scendere una gola. In verità l'intenzione era quella di esplorare un'altra gola, acquatica e certamente più interessante delle Iànnole, ma per quel giorno le previsioni meteorologiche davano una forte diminuzione delle temperature, con gelate a quote relativamente basse. A me non piace percorrere torrenti in cui le rocce, già scivolose di per sé, sono ricoperte da uno strato di umidità gelata, magari invisibile, che mette a rischio le gambe ad ogni passo. Quello era il giorno giusto per le Iànnole, anche perché il freddo avrebbe reso meno faticoso il ripido sentiero di accesso, da affrontare con gli zaini pesanti.

Preparai così delle tracce GPS, cercando di individuare gli antichi sentieri che attraversavano la valle. Giunti sul posto constatammo che di quei sentieri restava praticabile solo il sentiero principale, quello che conduce alle case, mentre tutto il resto era invaso da fitta vegetazione arbustiva attraverso cui non era facile passare.
Con grande difficoltà riuscimmo alla fine a giungere in fondo al vallone, e qui trovammo una brutta sorpresa: un fitto roveto occupava tutto il fondo della gola. Messa mano alla roncola (senza la quale non avremmo nemmeno potuto avvicinarci al fondovalle) iniziammo ad aprirci il passaggio tra i rovi. Finito il roveto, però, ne cominciava un altro, e poi un altro, e un altro ... non valeva la pena continuare. Una provvidenziale traccia sulla destra ci consentì di uscire dal Fosso e ci portò in una zona dove il versante era più praticabile. Potemmo così aggirare quel tratto del Fosso e provare ad entrare più a valle, dove ritenevo che non ci sarebbero più stati roveti.

La supposizione si rivelò giusta :-)

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