![]() cookieless, no-ads, no threats canyon exploring with Michele Angileri Fosso di Iaccio Piano
![]() Ai confini tra il Lazio e l'Abruzzo il massiccio dei Monti della Laga costituisce una interessante
particolarità geologica. È composto da potenti bancate di pietra arenaria, poggiate su strati di marne.
Gli strati sono immersi a est, per cui il versante laziale risulta più ripido e roccioso di quello abruzzese.
Le vette superano abbondantemente i 2000 metri. La posizione a est del massiccio, unita all'altezza delle cime, garantisce
un clima invernale rigido e caratterizzato da abbondanti nevicate.
I Monti della Laga sono ricchi d'acqua, sia perché le precipitazioni sono abbondanti, sia per la natura impermeabile
dell'arenaria. Così il paesaggio della Laga è caratterizzato da un gran numero
di ruscelli che precipitano verso valle formando spettacolari cascate. D'inverno queste sono terreno di gioco per gli
ice-climbers. D'estate nelle valli più aspre è possibile effettuare discese torrentistiche interessanti, particolari e
impegnative in ragione dei dislivelli, della lunghezza degli itinerari di accesso, della presenza di nevai fino all'inizio
dell'estate, della bassa temperatura dovuta alla quota.
Osservando il versante occidentale del massiccio della Laga non si mancherà di notare a sinistra (nord) l'elegante alta piramide del Pizzo di Sevo, e poco più a destra la tozza, rocciosa e imponente Cima Lepri. Sono due delle più belle e caratteristiche cime della Laga! Il valico che le separa si chiama Vado di Annibale, perché l'affascinante sentiero che vi ci porta percorre una cengia che è una sorta di larga strada naturale, che sembra tracciata per animali grandi e mitici come gli elefanti che accompagnavano Annibale nella sua campagna militare in Italia. Ad ovest del Vado si originano alcuni torrenti che scendono ripidi verso la valle del Tronto, percorrendo le placche di arenaria con le tipiche cascate di alta quota della Laga. Tra questi il principale è il Fosso di Iaccio Piano, la cui discesa è una magnifica escursione attraverso una eccezionale serie di cascate. Un percorso impegnativo, continuo, indimenticabile.
  RicordiLa calza della corda era uscita pesantemente intaccata dal malefico salto finale del Canale Mancosa. Le calate di Iaccio Piano finirono il lavoro, e così una volta sceso il salto più alto (che sapevamo essere lí, in quel punto preciso) non potemmo ulteriormente rimandare il taglio della corda. Ma inaspettatamente, più avanti ci attendeva un'altra cascata molto alta. Pensammo che la corda non sarebbe bastata ... La corda bastò. Appena sufficiente. Copyright © 2002- Michele Angileri. All rights reserved. |