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Michele Angileri

Fosso dei Carbonari

Il Fosso dei Carbonari percorre il versante occidentale della Cima della Laghetta attraversando gli strati di arenaria con una successione continua di cascate e scivoli, in ambiente aperto, panoramico e solare. Terminata la parte più verticale il torrente continua la sua discesa in fondo a una valle dai versanti ripidi, interrotta da numerose cascate. Nel complesso la discesa del Fosso è lunga, tecnicamente non difficile ma di notevole impegno fisico. Nella stagione giusta la discesa regala le belle sensazioni tipiche dei torrenti della Laga.

Nome Fosso dei Carbonari
Regione Lazio, Monti della Laga
Centro urbano più vicino Amatrice
Dislivello 530 m
Sviluppo 1500 m
Verticale massima 45 m
Roccia Arenaria, marna
Difficoltà6
Navetta No
Esplorazione Parte alta: Michele Angileri, Andrea Pucci; 22 giugno 2008
Parte bassa: Michele Angileri; 2 giugno 2014

 

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Cosa trovate nella descrizione dettagliata della gola

Ricordi

Qual è la stagione migliore per percorrere i torrenti di alta quota dei Monti della Laga? Certamente non l'inverno, quando i torrenti giacciono sepolti dalla neve e vengono bersagliati dalle valanghe...
In primavera la neve si scioglie, ma sul fondo delle ripide valli che ospitano i torrenti permangono i nevai prodotti dalle valanghe invernali. Si tratta talvolta di spessori di decine di metri, che vengono scavati dall'acqua che forma in essi gallerie instabili, soggette a crolli. Quando un nevaio si trova alla base di una cascata ne diminuisce di fatto l'altezza. Qualcuno ama percorrere i torrenti in queste condizioni, ma non è il mio caso. Io preferisco aspettare che i nevai si siano sciolti completamente.
L'autunno è una buona stagione per scendere i torrenti della Laga. È forse la migliore a patto che la stagione estiva non sia stata troppo secca o che l'autunno stesso sia piovoso. In questi casi le cascate della Laga sono percorse da torrenti vivaci, belli e non pericolosi. Se invece l'autunno è poco piovoso o, peggio, secco le cascate della Laga perdono gran parte della loro bellezza e le discese torrentistiche gran parte del loro fascino.

E l'estate? Beh, all'inizio dell'estate c'è tanta acqua nei torrenti e i nevai non ci sono più. Dunque sarebbe questo il momento migliore per scendere i torrenti della Laga, se non fosse che prima di scendere occorre salire! I bellissimi torrenti di alta quota della Laga richiedono infatti lunghi e faticosi avvicinamenti a piedi, con gli zaini carichi, e per di più sotto il sole. E nonostante le quote siano prossime ai 2000 metri sul livello del mare, d'estate sulla Laga il sole picchia implacabile, le rocce scure si arroventano arroventando l'aria, e fa un caldo pazzesco!

Noi questo non lo sapevamo, non ce ne eravamo resi conto, e così iniziammo l'avvicinamento a piedi al Fosso dei Carbonari alle 10,30 del 22 giugno... L'avvicinamento si svolge per gran parte nel bosco, all'ombra, ma quel giorno nel bosco c'erano 25 gradi (a 1500 metri di quota!), e un forte tasso di umidità ... Camminavamo a un passo insolitamente lento, e sentivamo il bisogno di fermarci spesso. Ci mettemmo più di due ore soltanto per arrivare al limite superiore del bosco. Restavano 120 metri di dislivello sotto il sole...

Alla fine arrivammo nel torrente, a quota 1900 m, poco più in basso degli ultimi accumuli di neve. Ci aspettavamo acqua gelida e aria fredda ... Non trovammo nulla del genere. La valle era rovente e l'acqua era a temperatura balneabile. Ci infilammo nella prima pozza e capimmo che il peso delle mute e dei calzari di neoprene avremmo potuto risparmiarcelo.

Per fortuna la brezza che si incanalava nel torrente da valle ci diede un po' di refrigerio. Senza avremmo corso il serio rischio di sentirci male e dover chiamare i soccorsi.


I primi a percorrere le cascate della Laga (e dunque ad esplorarle) sono stati gli appassionati di arrampicata su ghiaccio. In inverno, però, la morfologia delle valli è molto diversa, perché la neve copre del tutto le cascate più piccole, e la progressione coi ramponi risulta semplice e veloce. Risalire le valli della Laga in inverno è una faccenda relativamente semplice, almeno fino a che non si raggiunge la base di una cascata di ghiaccio.

Allo scioglimento delle nevi le valli cambiano aspetto: compare l'acqua, i torrenti si riempiono di pozze talvolta profonde e la roccia (non più coperta dalla neve) diviene instabile e scivolosa. Riappaiono le cascate piccole mentre le cascate principali diventano ancora più alte perché scompare il conoide di neve valanghiva che ne occupava la base. Risalire le valli della Laga in queste condizioni obbliga a continui aggiramenti e arrampicate esposte su versanti ripidi e scivolosi. In molti casi è possibile farlo, perché i versanti non divengono quasi mai verticali. È possibile farlo al Fosso dei Carbonari, e in effetti è stato fatto, da altri, non da me. (Io nel 2005, nel corso di un giro di ricognizione, mi limitai a risalire l'ultima parte del tratto inferiore, arrampicando direttamente le cascate che in quel momento erano in secca.)

Ma per un appassionato di torrentismo come me un torrente va percorso in discesa, seguendo la via dell'acqua, in un periodo con buone condizioni idriche. Solo così l'esplorazione del torrente diviene completa. Per questa ragione nella tabella vedete citati come esploratori solo gli autori delle prime discese torrentistiche, perché questo sito, appunto, parla di torrentismo e non di altri tipi di avventure alpinistico-escursionistiche.

Foto di Michele Angileri e Andrea Pucci

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