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Michele Angileri

Arso Integrale

La gola del torrente Arso inizia molto più a monte del tratto esplorato nel 2009. La parte alta è però molto diversa dalla parte bassa: è più ripida, la roccia è prevalentemente gneiss invece che granito, non c'è scorrimento idrico in estate. Le pareti e i versanti ripidi che chiudono il torrente ma soprattutto la vegetazione non lasciano molte possibilità di uscita intermedia, e laddove queste ci sono non sono affatto facili.
Così percorrere la parte alta dell'Arso comporta proseguire lungo il tratto basso. L'itinerario che ne risulta è lungo e impegnativo, da affrontare in primavera o negli altri periodi dell'anno in cui vi sono buone condizioni idriche.

Le foto in questa pagina riguardano la sola parte alta della gola. Le foto del tratto inferiore le trovate nella scheda dedicata al Torrente Arso.

Nome Arso Integrale
Regione Calabria, Sila
Centro urbano più vicino Mandatoriccio
Dislivello 520 m
Sviluppo 6 km
Verticale massima 48 m
Roccia Gneiss, granito
Difficoltà5
Navetta Indispensabile
Esplorazione Parte alta: Michele Angileri, Domenico Riga; 18 agosto 2014
Parte bassa: Michele Angileri, Andrea Pucci; 20 agosto 2009

 

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Cosa trovate nella descrizione dettagliata della gola

Ricordi

Mentre me ne sto beatamente in vacanza, aspettando la consueta visita dell'amico Andrea, col quale mi tufferò nelle consuete esplorazioni dei torrenti calabresi, ecco che mi arriva una notizia a sorpresa: devo cambiare lavoro. Sono stato "promosso" a un ruolo di maggiore responsabilità e questo significa che la vacanza quest'anno finisce in anticipo, che mi tocca annullare i programmi torrentistici con Andrea e tornare a Roma per sbrigare le formalità che preludono al nuovo lavoro.

Fatti i conti mi accorgo di avere ancora un giorno (solo uno!) spendibile per le forre. Domenico è interessato, quindi la parte alta dell'Arso si può fare! Per Domenico credo sia la prima esplorazione torrentistica (la seconda! un'altra l'avevamo fatta assieme qualche giorno prima): lui è un escursionista-alpinista che pratica il torrentismo solo quando fa troppo caldo per salire sulle montagne dell'Appennino Meridionale, e quando va per torrenti va in luoghi conosciuti dove si è certi di divertirsi, e ci va in allegra compagnia.
Alla sua prima (o seconda) esperienza esplorativa l'amico Domenico dovrà toccare con mano quello che forse già in parte aveva immaginato: che l'esplorazione non è necessariamente divertente, o meglio, come dico io, è un altro tipo di divertimento, che l'allegra compagnia si riduce a un Angileri che si porta sulle spalle il solito zainone carico di tutto e che sembra godere perfino di quelle cazzo di spine che costringono a contorcimenti e che non mancano mai di lasciare un segno sulla pelle.
Decisamente un ambiente sconosciuto e selvaggio si può rivelare inospitale, e mentre si fatica coperti di sudore (perché, dannazione, il torrente è in secca! ma l'estate prima l'acqua c'era, l'avevo vista dal ponte!) si rischia di perdere di vista il senso e il piacere di trovarsi in un luogo come quello.

Il senso poi, però, forse riappare, e magari potente, quando, tornati a casa, si riflette su quella giornata, si guardano le foto, le si completano coi ricordi. E i casi sono due: o il senso riappare oppure si mette definitivamente una croce sopra l'idea di farsi coinvolgere ancora in un'avventura come quella!

La foto 25 è di Domenico Riga

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