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Michele Angileri

Fosso Pisciarello

Il fiume Velino, principale corso d'acqua della Sabina, diventa un vero fiume nella piana di Antrodoco, dove vengono alla luce le acque sotterranee dei bacini carsici del Monte Terminillo, del Monte Nuria, del Monte Giano. A monte del paese di Antrodoco il Velino non è che un bel torrente di montagna che scorre in fondo ad una valle stretta tra alti monti rocciosi. Sono le Gole del Velino, da sempre via di comunicazione tra i due versanti della catena appenninica.

I versanti delle Gole del Velino sono fortemente carsificati e dunque assai poveri di acque superficiali. Le valli che affluiscono alle Gole sono quasi tutte ripidi canaloni boscosi e nulla più. Nulla fa pensare alla presenza di forre, tuttavia anche qui si trovano itinerari di interesse torrentistico. Il Fosso Pisciarello ne è un esempio.

Nome Fosso Pisciarello
Regione Lazio, monti Reatini
Centro urbano più vicino Micigliano
Dislivello 300 m
Sviluppo 900 m
Verticale massima 25 m
Roccia Calcare
Difficoltà2
Navetta Indispensabile
Esplorazione Giancarlo Cicconi; 13 aprile 2002

 

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Cosa trovate nella descrizione dettagliata della gola

Ricordi

Le forre sanno nascondersi molto bene tra le pieghe delle montagne. La gola del Fosso Pisciarello è assolutamente invisibile dall'esterno. Ci sono passato a fianco decine e decine di volte e non mi sono mai neppure accorto che in quel punto ci fosse una valle, men che mai una forra. Tenete presente che il mio occhio è sempre pronto a notare anche il più piccolo indizio della presenza di una forra, e capirete che quella del Fosso Pisciarello è davvero la Forra Invisibile...

La sua scoperta si deve alla tenacia di Giancarlo Cicconi, un alpinista per cui il territorio montano non ha e non deve avere limitazioni. Giancarlo guarda una carta geografica e decide dove andare e con quale percorso. Quello che troverà sul posto non ha importanza: muri di rovi, macchia fitta, canaloni franosi, pareti, ... nulla lo ferma! Un luogo non è mai troppo aspro o infame per Giancarlo.

È grazie alla sua voglia di "seguire i segni sulla carta" che nella seconda metà degli anni '80 vengono esplorate le forre del versante settentrionale del Gran Sasso: la Valle dell'Inferno, Malepasso, Fossaceca, la Rava, la Pila ... percorsi maestosi e difficili. Sul Gran Sasso i "segni sulla carta" si rivelarono mondi sconosciuti e mai neppure immaginati, la cui scoperta cambiò per sempre l'immagine del Gran Sasso agli occhi degli appassionati di montagna.
Su altri massicci invece i "segni sulla carta" portarono Cicconi e soci a percorrere non gole maestose ma spinai infiniti, canaloni detritici che non vedono acqua da molti secoli, pareti muschiose, ... Nulla insomma che possa definirsi "torrentismo". Indifferente a tutto ciò Giancarlo ha continuato a fare ciò che gli suggeriva il proprio spirito esplorativo, scendendo sistematicamente tutto ciò che sulla carta IGM fosse rappresentato come "corso d'acqua". L'esplorazione è un gioco che ciascuno è libero di giocare a proprio modo, ed è gratificante di per sé, a prescindere dai risultati.

Io ho un altro modo di cercare e trovare le forre, ma senza l'approccio "alla Cicconi" la gola del Fosso Pisciarello non sarebbe mai stata scoperta. Io non l'avrei mai trovata.

Foto di Michele Angileri e Andrea Pucci

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