cookieless, no-ads, no threats canyon exploring with Michele Angileri
Fosso Dannote
Nei pressi di Rieti, allo sbocco della valle del Salto, si trova una zona torrentistica piuttosto
singolare. Per un breve tratto poderose bancate di conglomerato compatto (ma facilmente erodibile dall'acqua) appaiono
ai lati della valle. Il paesaggio assume forme e colori particolari, e ogni minuscolo torrentello riesce a generare una
gola. Il risultato è una altissima concentrazione di percorsi torrentistici.
Il versante destro orografico della valle del Salto nella zona dei Balzi è assai più ripido del versante sinistro.
Qui troviamo pareti alte e continue, su cui sono tracciati difficili itinerari di arrampicata sportiva. I 2 torrenti
che scendono a valle da destra (il Fosso Pozzeria e il Fosso Dannote) hanno
andamento verticale e aperto. Percorrerli significa effettuare una serie continua di calate in corda, dall'inizio
alla fine. Tanto il Pezzomara quanto il Dannote sono normalmente privi di scorrimento e di vasche, e ritengo vadano
in piena solo in occasioni di forti piogge.
Rispetto al Pozzeria il Dannote è più aperto ed alberato.
Nome |
Fosso Dannote
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Regione |
Lazio, Balzi di Grotti
|
Centro urbano più vicino |
Casette (Rieti)
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Dislivello |
250 m |
Sviluppo |
400 m
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Verticale massima |
70 m
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Roccia |
conglomerato
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Difficoltà | 3-4
| Navetta |
Possibile.
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Esplorazione |
Michele Angileri, Giancarlo Cicconi, Daniele Colucci, Alberto Del Grande; 18 gennaio 2002
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  Cliccate qui per acquistare un codice di accesso Cosa trovate nella descrizione dettagliata della gola Ricordi
Gennaio e' un buon mese per far forre? la tradizione dice di no. "La
stagione delle forre inizia come minimo ad aprile e finisce al massimo ad
ottobre" ... Ormai lo sappiamo: sono balle. Sempre di piu' sono le forre che
vengono percorse "fuori stagione". E' provato che con l'aria a zero e
l'acqua a 6 gradi si sta bene con la muta di 5 mm senza neppure il
sottomuta, e si nuota tranquilli magari osservando le stalattiti di ghiaccio
pendere dalle pareti. Il torrentismo sta perdendo la sua caratteristica di
"sport stagionale".
E se l'acqua non c'e'? dove starebbe il problema? E cosi' eccomi nella piana di Rieti alle 9 del mattino, assieme a Giancarlo Cicconi, Daniele Colucci, Alberto Del Grande. L'altroieri c'erano -15 gradi, oggi (venerdi 18) ... -8?
Temperatura ideale per andare in forra: tanto e' asciutta!
La piana e' imbiancata dalle nevicate dei giorni scorsi, ma i Balzi di
Grotti, verticali e mediterranei, hanno il solito aspetto di sempre (giusto
'na spolverata di zucchero). Giù nella valle prepariamo gli zaini e balliamo per riscaldarci al ritmo degli US3.
I miei compagni di gita sembrano gente seria, attrezzatissima: a parte la buona
musica hanno il computer portatile con dentro la cartografia della zona ...
Si traccia l'itinerario d'accesso e lo si memorizza su GPS. Funzionera',
sempre che i sentieri segnati sulle carte vecchie ormai di 50-60 anni non
siano scomparsi per sempre.
Ma il primo sentiero c'e', comodo. Arriviamo ad una sterrata, e proprio li'
dovrebbe partire il secondo sentiero, quello che zigzagando ci porterebbe
alla quota giusta. E il sentiero non c'e', sparito per sempre. Percorriamo
la sterrata, propongo io, tanto pure questa sale ...
Dopo un po' c'e' una diramazione che muore dopo pochi metri in mezzo ad una
schifida boschina ... In vita mia di fratte ne ho viste, ma questa pare che
ci ha i tentacoli, ti si avvinghia addosso, vai avanti alla rispettabile
velocita' di una bestemmia al metro ... Giancarlo, tornamosene alla strada o
qui nun affittamo piu'! "Nooo, ma dai, fa parte del gioco" ... Ma grazie a
Dio si convince e risiamo alla strada.
Aho', non ci sta n'altra diramazione?? Porc ... Giancarlo no, per favore ...
Niente, pare antigravitazionale, si lancia per una boschina persino piu'
schifida di quella di prima e per di piu' verticale o giu' di li'. E andiamo
avanti alla rispettabilissima velocita' di due bestemmie al metro ... Cazzo
io mi sto portando dietro i ramponi ... mo' me li metto, magari fatico un
po' di meno ...
Lo strazio finisce e ci ritroviamo ... si, sulla sterrata di prima che
saliva il pendio con un lungo tornante ... grrrr ...
Io sono l'ultimo della fila, direi ... stanco!!!
La sterrata va su liscia e tranquilla, ma sale un po' troppo. Ad un certo
punto si vede 100 metri piu' in basso quello che deve essere il sentiero
giusto. Lo zaino inizia a darmi fastidio (l'allenamento!! non ci sono piu'
abituato!! sono stanco!) e gli anziani decidono di accontentarmi e di non
infilarci nella terza schifida boschina (urra'!!!).
Ed eccoci nel posto giusto alla quota giusta: parola di GPS!
C'e' neve? si, un pochino, 10-15 centimetri, ma non da fastidio neppure sui
massi ... Siete abituati alla viscidezza dei massi delle forre, no? bene,
con la neve c'e' piu' aderenza che in tante forre.
Il fosso inizia aperto, ma l'aggiramento dei salti e' scomodo (talvolta
sconsigliabile), meglio usare la corda. Qualche doppia e qualche piccola
disarrampicata sui massi ci portano ad un modesto restringimento con
saltino, che ci fa affacciare sulla prima verticale seria del percorso.
Alta, cavolo! Leghiamo insieme le due corde lunghe ed attrezziamo su di un
alberone che pare messo li' apposta. Arrivati alla base constatiamo che il
salto e' di "soli" 35 metri, di cui una meta' in strapiombo: bastava una
corda sola.
Questo primo saltone segna l'inizio del tratto verticale vero e proprio. Da qui i salti
si succedono l'uno dopo l'altro. Giu', giu', giu' ... Un salto di 15 metri
e' graziosamente eroso (lo devi scendere stando in fuori o ci rimani
incastrato con lo zaino), e subito dopo ecco ... il saltone!
Ma quanto cazzo e' alto?! Madonna mia, che impressione ... Singola? doppia?
dal basso vedevamo una cengia... ci armiamo una sosta? due tiri? Giancarlo
propone un tiro unico, convinto che le corde bastino: lui ci prova, e al
limite si ferma sulla cengia. C'e' solo un piccolo particolare: lui non
crede che esista una cengia!
Ma la cengia c'e' (larga 2 metri!) e le corde bastano. Toccano un tantino,
anzi TANTO, ma una corda doppia e' una Corda Doppia (capite quello che
intendo, vero?). E scendiamo una splendida verticale di 60 metri di cui gli
ultimi 30-35 (quelli sotto la cengia) strapiombanti.
Strette di mano, l'ultima ripresa con la videocamera. Alberto (alpinista da 15 anni oggi al suo primo torrente) commenta: "la piu' bella calata che io
abbia mai fatto!"
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