cookieless, no-ads, no threats canyon exploring with Michele Angileri Fosso Cornicello
Il paesaggio della bassa Sila Crotonese č caratterizzato da una grande varietā geologica e morfologica. Dirupi e picchi
rocciosi affiancano colline morbide tra le quali i torrenti trovano le condizioni ideali per scavare gole insospettabili.
  RicordiAlla fine ce l'ho fatta. Erano almeno 3 anni che mi proponevo di ridiscendere la gola del Cornicello, ma regolarmente qualcosa mi impediva di farlo: una volta il maltempo, un'altra le cattive condizioni idriche, o l'inquinamento, o la precedenza data a un'altra escursione ritenuta pių interessante, ... Finalmente, a pasqua 2010, le condizioni sono state perfette e, a quasi 20 anni dall'esplorazione, ho potuto ridiscendere, in solitaria, questa bella e sconosciuta forra della Sila Crotonese, nel territorio di Cerenzia. Č il primo itinerario torrentistico mai esplorato sui monti della Sila, ed č a mio avviso uno dei pių interessanti del massiccio. 20 anni fa mi trovavo in Sila per partecipare a un breve campo speleologico organizzato dal gruppo "Sparviere", che a quei tempi era sostanzialmente l'unico gruppo speleologico della provincia di Cosenza. La sede ufficiale dello "Sparviere" era ad Alessandria del Carretto, uno sperduto paesino tra i monti dell'Alto Ionio, lontano da tutti e da tutto (anche dalle grotte!), ma la sede operativa era in Puglia, a Bari, luogo dove vivevano gran parte dei soci del gruppo. Al campo partecipavano cosė una ventina di speleologi provenienti dalla Puglia, e un solo calabrese. Poi c'ero io, ospite aggregato all'ultimo momento. In quegli anni erano appena state scoperte le grotte nei gessi di Verzino, e il campo si proponeva il rilievo di alcune
grotte e l'esplorazione di alcuni rami. La zona mi era totalmente sconosciuta, e cosė mentre ci recavamo in macchina verso
una grotta io osservavo con grande attenzione lo splendido paesaggio circostante.
Era la mia quarta esplorazione. Ci impegnō per l'intera giornata. Alla base di ogni cascata uno doveva togliersi l'imbrago, che veniva quindi recuperato dai compagni in alto e quindi indossato dal quarto membro della squadra, che era un ragazzo cosė poco esperto da non avere ancora acquistato un imbrago personale. Le due mute leggere erano assolutamente insufficienti per 4 persone, e quindi dovevamo stare il pių possibile fuori dall'acqua, ma ovviamente non ci riuscimmo, e il bagno completo fu inevitabile. Non riuscimmo neppure a completare la discesa: sul far del tramonto uscimmo dalla gola grazie ad un provvidenziale sentiero. Completai l'esplorazione l'anno successivo, con l'amico Riccardino. A 20 anni di distanza la mia esperienza č ovviamente assai pių profonda, e la mia attrezzatura č molto pių ricca e potente. Mi aspettavo quindi che la discesa del Cornicello sarebbe stata una faccenda molto semplice ... Ma cosė non č stata: per venirne a capo ho impiegato appieno la mia attrezzatura (piantando 9 spit) e ho utilizzato buona parte delle cose che ho appreso negli ultimi 20 anni (e che allora non conoscevo).
La forra č continua, acquatica, ricca di cascate incise nello gneiss ... Ma come abbiamo fatto allora?
Stavolta non credo che passeranno 20 anni prima che qualcuno percorra di nuovo la gola del Fosso Cornicello! Copyright © 2002- Michele Angileri. All rights reserved. |
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