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Michele Angileri

Burrone di Carfizzi

Nascosto tra le pieghe di dolci colline ricoperte da boschi e terreni coltivati, il Burrone di Carfizzi è una via che conduce nel cuore della Natura selvaggia, attraverso scenari primitivi e grandiosi.

Un capolavoro assoluto della Natura.

Nome Burrone di Carfizzi
Regione Calabria
Centro urbano più vicino Carfizzi
Dislivello 220 m
Sviluppo 4 km
Verticale massima 15 m
Roccia Conglomerato
Difficoltà4-5
Navetta Consigliata
Esplorazione Michele Angileri, Saverio Talerico; 31 marzo 2018
Tratto superiore: Michele Angileri, Carla Minisci, Saverio Talerico; 20 agosto 2020

 

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Cosa trovate nella descrizione dettagliata della gola

Ricordi

Erano passati 10 anni dalla prima volta che avevo messo piede in questo inatteso e straordinario mondo di gole e burroni nascosti scavati nelle tenere rocce di Carfizzi, San Nicola dell'Alto e Melissa. Da subito mi fu chiaro che alcuni di quegli stretti canyon avevano delle cascate, e che dunque potevano rivelarsi interessanti percorsi torrentistici. Il problema era: come armare le calate? In quella "roccia" poco più compatta della terra pressata gli usuali fix ad espansione erano certamente inutilizzabili, e lo stesso valeva per i chiodi a fessura. Avrei dovuto tentare l'esplorazione confidando sulla presenza di ancoraggi naturali, su sporadiche formazioni rocciose chiodabili, su ancoraggi di fortuna?
No, non me la sentivo di infilarmi in uno di quegli stretti corridoi di conglomerato terroso senza degli attrezzi e una tecnica che mi consentisse di scendere una cascata priva di ancoraggi naturali e di roccia chiodabile a fix.

Così passarono anni nel corso dei quali di tanto in tanto ripensavo a quella roccia e a quei canyon cercando di immaginare un sistema di ancoraggio efficiente e sicuro. Alla fine trovai qualcosa che forse avrebbe risolto il problema. Prima di tentare l'esplorazione dovevo però provare il sistema sul campo. Lo feci a Natale assieme a Saverio Talerico, un tipo di Rossano che mi aveva contattato qualche tempo prima per condividere la sua passione per i torrenti della Sila Greca. Siccome per conoscere un torrentista o aspirante tale non c'è luogo più adatto di un torrente, preferibilmente in ricognizione o esplorazione, lo invitai a venire con me a Carfizzi.
Così provai gli ancoraggi, che si rivelarono affidabili, e provai la compagnia di Saverio, e pure quella si rivelò affidabile. Con l'occasione risalimmo il Burrone di Carfizzi. Giunti al punto in cui mi ero fermato 10 anni prima per la presenza di una pozza e di una diga di tronchi incastrati, indossammo le mute e proseguimmo, attraverso spettacolari strettoie, risalendo in arrampicata alcune piccole cascate e giungendo così alla base di una splendida cascata da 10 m, inforrata e non arrampicabile, che lasciava immaginare un ambiente ancora più spettacolare a monte di essa.

Il tempo poi peggiorò (come sempre a Natale). L'esplorazione la facemmo qualche mese dopo e, si, la parte inesplorata si rivelò ancora più spettacolare di quanto avessi immaginato.


Nell'estate del 2020 ridiscesi il Burrone di Carfizzi, con Saverio e Carla. Stavolta iniziammo la discesa più in alto, esplorando un tratto che si rivelò poco interessante. Fu invece interessante (e sorprendente) constatare quanto le cascate fossero cambiate in soli due anni, e non solo quelle create dai tappi di tronchi e ramaglie, che vengono create o distrutte quasi ad ogni piena: erano cambiate anche le cascate su roccia! Una cascata era arretrata di almeno 3 metri, di modo che gli spit posizionati 1 m prima della cascata si trovavano ora 2 m oltre l'orlo, irraggiungibili! Il masso incastrato della foto 25 non esisteva più, finito chissà dove, così come erano scomparsi alcuni massi incastrati sull'orlo dell'ultima cascata, dove era rimasto un unico masso in posizione precaria ...

Le gole, si sa, cambiano, ma ci vogliono tanti anni e tante piene. L'evoluzione delle forre nel conglomerato terroso invece è rapidissima, repentina al punto che la discesa di una forra conosciuta può diventare una vera e propria riesplorazione.

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