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Michele Angileri

Gola di Barile

Il paesaggio che si gode dalla piazza di San Lorenzo Bellizzi, affacciata sulla valle del Raganello, è il trionfo del Bello e del Sublime. Davanti agli occhi si svolge lo spettacolo di rocce e pareti delle Timpe, gigantesche montagne di calcare scuro i cui strati si presentano inclinati verso l'osservatore, sollevati da forze orogenetiche di inimmaginabile potenza. In mezzo alle Timpe una gigantesca frattura da cui giungono le acque del Raganello. È la Gola di Barile.

Nome Gola di Barile
Regione Calabria - Pollino
Centro urbano più vicino San Lorenzo Bellizzi
Dislivello 170 m
Sviluppo 2,5 km
Verticale massima 7 m
Roccia Calcare
Difficoltà7
Navetta Possibile
Esplorazione G. Braschi, N. Genco; 20 luglio 1980

 

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Ricordi

Il Sublime è di casa alla Gola di Barile. Il paesaggio maestoso delle Timpe è anche un paesaggio terribile, dominato dalle forze possenti e indifferenti della Natura.

Ricordo la prima volta che percorsi la gola, in risalita. La gola terminava alla base di una frana spaventosa: un pezzo di parete si era staccato a partire dal basso, per un'altezza di una quarantina di metri e una lunghezza di poco meno di 100 m. In alto era rimasto un enorme tetto orizzontale, al disopra del quale la parete riprendeva il suo profilo originario. La visione del tetto era decisamente inquietante mentre attraversavo il conoide di massi aguzzi e instabili.
Fu sempre quel giorno che mi resi conto che nelle gole era raccomandato l'uso del casco: in discesa, mentre passavo sotto i 200 m di parete strapiombante della parte finale della Timpa San Lorenzo, a un certo punto sentii dei colpi di fucile, e una scheggia di pietra mi sfiorò la guancia. Non erano veri colpi di fucile, era il rumore prodotto dai sassi che avevano toccato terra a pochi metri da me, dopo essere precipitati silenziosamente nel vuoto per 100-200 m.

Tornai a Barile l'anno successivo. Alla grande frana il tetto non c'era più: era crollato, assieme a tutto quello che c'era sopra.

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