canyon exploring with Michele Angileri

Canale Zagaria

Fino a una cinquantina d'anni fa le montagne dell'Alto Ionio cosentino erano abitate da contadini e pastori che vivevano in fattorie sparse, collegate l'un l'altra da una fitta rete di mulattiere e sentieri. Era così anche al monte Sparviere, che con i suoi 1700 m di altezza e le sue foreste garantisce acqua tutto l'anno, ed è quindi un luogo ottimale per la vita agro-pastorale. In qualche punto le case dei contadini erano vicine così da formare quasi un villaggio, come a Contrada Zagaria, ma per il commercio e la vita sociale bisognava camminare 2-3 ore e raggiungere i paesi.

Oggi le vecchie abitazioni dei contadini sono per lo più in rovina, avvolte da una fitta vegetazione che ha rapidamente cancellato i sentieri. Le uniche vie di comunicazione attraverso la montagna sono le piste dei boscaioli, spesso in rovina anch'esse, e un paio di scassate stradine asfaltate, che vengono sottoposte a manutenzione più per affermare la presenza dell'uomo che per una effettiva utilità.
La montagna è oggi molto più selvaggia di quanto lo era nel secolo scorso, abbandonata, regno di una pacifica solitudine, di un silenzio spezzato solo dal brusio delle cicale o dal rumore dell'acqua che scorre in fondo ai valloni che solcano la montagna.

Le rocce che compongono i rilievi dell'Alto Ionio cosentino non sono compatte: le marne e il flysch si frammentano formando il tipico paesaggio delle fiumare. Il greto dei valloni che affluiscono alle fiumare è a sua volta detritico, e raramente riesce a formare cascate degne di nota. In questi valloni il torrentismo assume un carattere marcatamente escursionistico. Le difficoltà maggiori vengono dall'isolamento, dall'assenza di sentieri, la lontananza dalle strade, le difficoltà di orientamento, la rovente calura estiva, la lunghezza degli itinerari.

Troviamo tutto questo al Canale Zagaria.

Nome Canale Zagaria
Regione Calabria
Centro urbano più vicino Plataci
Dislivello 440 m
Sviluppo 3 km
Verticale massima 13 m
Roccia Marna, flysch
Difficoltà4
Navetta No
Esplorazione Parte bassa: Michele Angileri; agosto 1998
Parte bassa: Michele Angileri, Carla Minisci, Saverio Talerico; 23 agosto 2020

 

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Cosa trovate nella descrizione dettagliata della gola

Ricordi

Il paesaggio della fiumara Saraceno che serpeggia bianca tra le colline aspre, franose e boscose dell'Alto Ionio, in basso, lontana dai paesi e dai terreni coltivati, lontana dall'Uomo, mi ha sempre affascinato, fin da bambino. Divenuto ragazzo iniziai ad avventurarmi lungo la fiumara, senza però addentrarmi troppo in quell'ambiente selvaggio. Da adulto e torrentista potevo finalmente esplorare ogni angolo di quel mondo, e fu inevitabile per me rivolgere l'attenzione verso gli aspri valloni che scendevano ripidi verso la fiumara: il Franciardi, lo Zagaria ...
Come torrentista cercavo strette gole e cascate, e in quei valloni di gole e cascate ce ne sono poche. Del Canale Zagaria percorsi la parte a valle della strada, l'unica strada della zona. Sebbene in un paio di punti il Canale assumesse la morfologia di un canyon, non giudicai la discesa interessante sotto il profilo torrentistico. Un altro paio di valloni della zona si rivelarono deludenti, così smisi di cercare gole nella valle del Saraceno.

Molti anni dopo, però, iniziai, a riconsiderare la zona dal punto di vista torrentistico. Con gli anni la mia idea di "percorso torrentistico" si era evoluta al punto da comprendere anche percorsi meno "canonici", e inoltre mi rendevo conto di non aver preso in considerazione alcuni settori in cui potevano trovarsi tratti torrentisticamente interessanti. Tra questi c'era la parte alta del canale Zagaria. Così a un certo punto proposi l'escursione a Saverio e Carla, con l'idea di ripetere anche la parte che avevo disceso 20 anni prima.

Come andarono le cose lo vedete in questa pagina :-)

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