canyon exploring with Michele Angileri

U Ntrunaturo

Quando le piogge o la neve che si scioglie mandano in piena i torrenti dell'Alto Tirreno Calabrese, il rombo delle acque che saltano giù dalle cascate perenni dello Ntrunaturo si fa potente e, amplificato dalle pareti della gola, sale fino alle case di Aieta, splendido borgo calabrese appollaiato su un colle roccioso a pochi chilometri dal mare.
È per questo che la gola di Aieta è chiamata U Ntrunaturo, il luogo dove rimbomba forte il rumore delle cascate, come un continuo rombo di tuono.

La gola è tra le più belle e monumentali dell'Italia meridionale.

Nome U Ntrunaturo
Regione Calabria
Centro urbano più vicino Aieta
Dislivello 240 m
Sviluppo 1600 m
Verticale massima 18 m
Roccia Calcare
Difficoltà6-7
Navetta Possibile con SUV
Esplorazione Walter Filattiera ed altri; anno 2000-2001

 

Descrizione dettagliata: immettere il codice di accesso  
Cliccate qui per acquistare un codice di accesso
Cosa trovate nella descrizione dettagliata della gola

Ricordi

Le gole che si trovano ai piedi di un paese sono afflitte da una sorta di maledizione ...

Era la fine degli anni '90 quando mi affacciai per la prima volta dal bel ponte medievale che segna l'inizio della gola di Aieta. Era Natale, i torrenti erano tutti in piena, eppure avvertivo l'odore inconfondibile delle acque fognarie di Aieta, che finivano nel torrente proprio nei pressi del ponte. E se si sentiva a Natale, con tutta quell'acqua, figuriamoci come potesse essere d'estate ...
No, mi dissi, questo no: ci sono tanti altri torrenti da esplorare ...

L'esplorazione dello Ntrunaturo la fecero uno o due anni più tardi Walter e i suoi amici, guide di rafting e di torrentismo alla ricerca di percorsi da proporre ai propri clienti. Walter me ne parlò con entusiasmo, e un paio d'anni dopo anche Pino Antonini me ne parlò, consigliandomi di andarci. Ma se la mia fortissima voglia di esplorare non era stata sufficiente a farmi decidere per il bagno nell'acqua contaminata dagli scarichi fognari di Aieta, adesso che la gola era stata esplorata ero ancora meno motivato ...

Passano gli anni. In Calabria l'alpinismo inizia a diffondersi, e con esso anche il torrentismo sebbene nella sua versione più ludica ed estiva. Nascono anche diverse stazioni del Soccorso Alpino, e i volontari iniziano ad esercitarsi al recupero di infortunati in forra, anche in gole impegnative e in condizioni primaverili ... Nessuno però sembra recarsi allo Ntrunaturo: sulla gola di Aieta non circolano notizie, su internet nessuno ne parla, non esiste in rete una foto della gola, ...
E a me rimane vivo il rimpianto di non averla esplorata né percorsa. Ogni volta che passo da quelle parti mi fermo sul torrente per capire se il depuratore funziona bene, se la gola è percorribile senza rischi per la salute ... E diversamente dalla prima volta l'acqua mi sembra abbastanza pulita, come se il depuratore fosse stato migliorato, fosse regolarmente manutenuto e funzioni a dovere.
Così finalmente mi decido: voglio percorrere lo Ntrunaturo. Però non d'estate, non quando la popolazione di Aieta quadruplica e il depuratore rischia di non riuscire a smaltire gli aumentati carichi di acque reflue ... E allora quando? a Natale? no, a Natale c'è troppa acqua. A Pasqua, mentre la neve si scioglie?
L'ideale sarebbe giugno: giornate lunghe, temperature calde ma non roventi, nessun "turista" ad Aieta, portate vicine a quelle estive.
Ma gli impegni di lavoro mi impediscono di venire in Calabria a maggio o a giugno (e spesso anche a luglio) e così gli anni passano, e la voglia di scendere lo Ntrunaturo aumenta ... Alla fine ci vado a luglio, con l'amico Carlo. La portata è perfetta e l'acqua è abbastanza pulita: si, il depuratore di Aieta adesso funziona bene. La gola è bellissima, e si inforra sempre di più man mano che si scende. Armi praticamente non ce ne sono, solo uno o due vecchi spit arrugginiti, inservibili. Scendiamo alcune cascate ancorando la corda su alberi, talvolta in posizione arretrata o esposta. Arriviati in cima ad una cascata da chiodare tiro fuori il trapano ...
... e constato che non funziona. È rotto, inutilizzabile: ieri funzionava (il giorno prima avevamo l'avevamo utilizzano nell'esplorazione della Forra di Vietri) oggi no.
Il tratto che segue sembra assai più inforrato di quello che abbiamo percorso, quindi ... che facciamo? verifichiamo se qui si può sforrare o continuiamo chiodando a mano? siccome si può sforrare decidiamo, saggiamente, di farlo ...

L'anno dopo non riesco ad avere due giorni liberi di fila tra maggio e giugno ...
L'anno successivo, il 2017, ... pure.
Basta! devo rassegnarmi alla realtà: io sono in Calabria ad agosto e quello è l'unico periodo in cui posso completare la discesa dello Ntrunaturo. Per scrupolo vado prima a verificare la qualità dell'acqua all'uscita della gola: mi sembra buona, limpida e senza cattivi odori anche ad agosto, a riprova che il depuratore di Aieta adesso funziona davvero bene. Quindi organizzo la discesa con Giuseppe.

Arrivati ad Aieta constatiamo tristemente che tutta la zona è interessata da roghi. Il 2017 è un anno di straordinaria siccità (il meno piovoso degli ultimi 2 secoli!) e l'estate è caratterizzata da caldo intenso e persistente, che non da tregua ... Tutta l'Italia è funestata dagli incendi, perfino regioni sostanzialmente immuni come il Lazio o l'Abruzzo vedono svilupparsi incendi enormi, che divorano intere montagne.
Un incendio è proprio sul versante della gola dell'Ntrunaturo, quindi ... che facciamo? rischiamo di finire intossicati dal fumo o rimandiamo?
Rimandiamo, dannazione, rimandiamo ... ma stavolta solo di una settimana o poco più, quanto basta perché questi incendi si spengano.
Ci riprovo una decina di giorni più tardi, con Domenico e Fabio, e stavolta pare che ce la facciamo. L'acqua è limpida e quasi senza cattivi odori, si, ma camminandoci dentro solleviamo una enorme quantità di mucillagini di colore marrone, sviluppatesi evidentemente grazie al caldo intenso e persistente (e agli elementi organici presenti nelle acque reflue). Le mucillagini vengono trascinate a valle dall'acqua, a velocità più alta della nostra. In breve il torrente diventa marrone veramente brutto da vedere, soprattutto se in quel torrente ci devi nuotare ...
Giungiamo al punto dove avevo sforrato due anni prima, e proseguiamo oltre. Quella era l'ultima via di fuga possibile: da quel punto in avanti la gola diventa molto stretta e quasi tutte le cascate vanno chiodate, perché i vecchi spit presenti sono arrugginiti, inaffidabili. La roccia è durissima, e perfino col trapano ci vuole tanto tempo per fare un buco. Mi viene il dubbio che le punte siano consumate, ma non è così: le punte sono perfette, è la roccia che è straordinariamente dura! Se due anni fa avessimo continuato la discesa chiodando a mano non so quando saremmo riusciti ad uscire ...
Arriviamo al ponte della sterrata. Da qui volendo si esce, ma poco più avanti c'è l'ultimo tratto inforrato che ci aspetta. Lo raggiungiamo: inizia con una cascata non chiodata. Tiro fuori il trapano, inizio a forare ...
... e mi accorgo che la potenza cala mentre faccio il buco: la batteria è praticamente esaurita, consumata da quella roccia così dura. E non ho la batteria di riserva: mi si è rotta pochi giorni fa perché l'ho mandata accidentalmente in corto-circuito mentre facevo manutenzione. La carica è appena sufficiente a terminare il foro, ma più avanti ci sono certamente altre cascate da chiodare, quindi ... che facciamo? continuiamo chiodando a mano o torniamo al ponte e usciamo?
Usciamo. Non c'è altro da fare, se non vogliamo rischiare di fare notte.

Per l'ultimo, spettacolare, tratto inforrato dovrò attendere ancora un anno.

Copyright © 2002- Michele Angileri. All rights reserved.