canyon exploring with Michele Angileri

Fosso Acqua Forte

Il paesaggio dolce e uniforme delle colline a nord di Roma si deve in gran parte alle gigantesche esplosioni vulcaniche che, a partire da 600000 anni fa, hanno ricoperto il paleosuolo del Lazio con grandi spessori di ceneri vulcaniche e lapilli che il tempo ha trasformato in tufo. Terminato il ciclo vulcanico le fertili colline sono state rapidamente colonizzate dalle piante e poi dall'Uomo, che da questi terreni ricchi e dal clima mite ha tratto il sostentamento necessario allo sviluppo di civiltà straordinarie, che ha scolpito le tenere rocce vulcaniche per ricavare abitazioni, tombe, acquedotti sotterranei, blocchi di tufo per costruire edifici e ponti, e ha estratto e tagliato le rocce più dure per pavimentare le strade con qualcosa che resistesse al tempo, senza forse immaginare che tutto questo sarebbe arrivato fino ai giorni nostri.

Oggi le colline a nord di Roma ospitano vaste aree coltivate ma anche boschi ricomparsi in seguito all'abbandono delle attività agricole, e paesi, e ville con piscine, ...
Dall'alto di una collina lo sguardo spazia tutt'intorno, dal mare fino all'Appennino, senza vedere nulla di aspro e roccioso.
Eppure anche qui ci sono angoli aspri e sorprendentemente belli, e canyon, e cascate. Come il Fosso dell'Acqua Forte.

Nome Fosso Acqua Forte
Regione Lazio, Regione vulcanica
Centro urbano più vicino Castelnuovo di POrto
Dislivello 90 m
Sviluppo 1800 m
Verticale massima 22 m
Roccia Tufo, basalto
Difficoltà2
Navetta No
Esplorazione Prima discesa integrale in stile torrentistico: Michele Angileri; 5 marzo 2022

 

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Cosa trovate nella descrizione dettagliata della gola

Ricordi

Col passare degli anni cresce e si diffonde tra la gente il desiderio di Natura. Le moltitudini che popolano Roma vivendo in un mondo artificiale fatto di asfalto e cemento, appena possono escono in cerca di begli ambienti naturali sui monti e le colline del circondario scoprendo angoli di bellezza che non immaginavano potessero essere sopravvissuti all'urbanizzazione del territorio. Internet e i social network permettono la diffusione istantanea delle esperienze e la divulgazione dei luoghi scoperti e visitati.

Fu proprio su un social network che vidi la foto della cascata dell'Acqua Forte, rimanendo colpito dalla sua particolare bellezza ma anche stupito che un tale luogo sconosciuto si trovasse a pochi chilometri da casa, e per di più in un posto dove mi ero recato più volte 30 anni prima, per camminare, per visitare qualche antica rovina o cunicolo. E non era la sola cascata della zona: cercando su Internet trovai subito informazioni su altri itinerari, in qualche caso avventurosi, che conducevano nei pressi di altre cascate del Parco di Veio.
Mi recai sul posto per dare un'occhiata (da casa ci vogliono 10 minuti!) e stavolta, con 30 anni di esperienza in più nella ricerca di gole e cascate, iniziai a capire che tra quelle basse colline potevano nascondersi gradini di basalto creati dalle antiche colate laviche, quindi nascosti dalle nubi ardenti e riportati alla luce dall'erosione dei torrenti, che nel tenero tufo possono facilmente scavare forre, magari orizzontali ma suggestive. Nei millenni le colate piroclastiche avevano ricoperto tutta la zona annullandone le asperità, che però continuano ad esistere sotto i banchi di tufo.

La discesa dell'Acqua Forte segnò l'inizio della seconda fase della mia ricerca ed esplorazione di percorsi torrentistici nella vasta Regione Vulcanica del Lazio.

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