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Michele Angileri

Fosso di Iaccio Piano

Osservando il versante occidentale del massiccio della Laga non si mancherà di notare a sinistra (nord) l'elegante alta piramide del Pizzo di Sevo, e poco più a destra la tozza, rocciosa e imponente Cima Lepri. Sono due delle più belle e caratteristiche cime della Laga. Il valico che le separa si chiama Vado di Annibale, perché l'affascinante sentiero che vi ci porta percorre una cengia che è una sorta di larga strada naturale, che sembra tracciata per animali grandi e mitici come gli elefanti che accompagnavano Annibale nella sua campagna militare in Italia.

Ad ovest del Vado si originano alcuni torrenti che scendono ripidi verso la valle del Tronto, percorrendo le placche di arenaria con le tipiche cascate di alta quota della Laga. Tra questi il principale è il Fosso di Iaccio Piano, la cui discesa è una magnifica escursione attraverso una splendida serie di cascate. Un percorso impegnativo, continuo, indimenticabile.

Nome Fosso di Iaccio Piano
Regione Lazio, Monti della Laga
Centro urbano più vicino Amatrice
Dislivello 465 m
Sviluppo 1400 m
Verticale massima 60 m
Roccia Arenaria
Difficoltà7
Navetta No
Esplorazione Michele Angileri, Andrea Pucci; 16 settembre 2007.

 

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Ricordi

I torrenti dei Monti della Laga sono in genere problematici, né facili né comodi. A parte forse un paio di eccezioni, servono lunghi e ripidi avvicinamenti, spesso su sentieri non segnati o appena accennati, e zaini pesanti sulle spalle. La fatica viene ricompensata da un ambiente straordinario e, se le condizioni sono quelle giuste, dagli affascinanti giochi d'acqua delle tante cascate che bisogna scendere.
Però, purtroppo, non è facile trovare le condizioni giuste sulla Laga. Il problema è la neve ...

Sui monti della Laga nevica tanto, e ogni inverno dai ripidi pendii scendono copiose valanghe che riempiono i valloni, talvolta così tanto da trasformare salti di roccia di 30 m in pendii sciabili. Quando in primavera i torrenti riprendono vita devono aprirsi la strada attraverso i nevai di valanga, e lo fanno scavandoli dal basso, creando così tunnel spettacolari quanto precari e pericolosi, soggetti a frequenti crolli. Così nonostante le portate idriche siano ottime non è quello un buon momento per scendere i torrenti della Laga: meglio aspettare che i nevai scompaiano. Quando i nevai di valanga si sciolgono completamente, però, sui pendii la neve è finita da tempo e la maggior parte dei torrenti presenta uno scorrimento idrico modesto o esiguo, quando non del tutto assente ...

E c'è di peggio: di tanto in tanto nevicate particolarmente abbondanti possono generare valanghe straordinarie, che radono al suolo strisce di foresta di faggi e li portano sul fondo dei valloni creando intrichi di rami e tronchi assolutamente invalicabili, che costringono a rocambolesche fughe sui versanti ripidi e rocciosi.
Nel 2017 questo fenomeno ebbe dimensioni particolarmente eccezionali. A gennaio nevicò tanto, così tanto da isolare paesi e danneggiare le linee elettriche. La neve però non fece in tempo ad assestarsi: il 18 gennaio, nel giro di poche ore, 4 scosse di terremoto di magnitudine superiore a 5, con epicentri nell'area tra Montereale e Pizzoli causarono il distacco di valanghe enormi, di cui non si aveva memoria. Una di esse si abbattè sull'hotel Rigopiano, sul versante nordorientale del Gran Sasso, causando la morte di 29 persone (ospiti e personale dell'albergo): una tragedia spaventosa, che lascia attoniti.
Sul fondo di tanti valloni della Laga si accumularono spaventosi intrichi di alberi spezzati, che li resero impraticabili per molti anni. Avvenne anche al Fosso di Iaccio Piano. Ancora oggi (nel 2024) il tratto inferiore del Fosso è ricoperto da strati di tronchi fradici e scivolosi. Procedere lungo il greto è oggi possibile, ma non è affatto facile, né comodo.

Ma questi sono i Monti della Laga, e se si viene qui è perché non si cercano cose facili o comode ...

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