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Michele Angileri

Badde Pentumas

Badde Pentumas, la "Valle dei Burroni" ...

I burroni sono ovviamente le maestose pareti che delimitano il canyon, alte, complesse, con cenge e terrazzi inaccessibili dove vivono lecci e ginepri millenari ... ma anche i salti di roccia che sbarrano il passo a coloro che provano a percorrere la valle, in salita come in discesa.

La Badde Pentumas porta le sue acque (le rare volte che le porta) dentro la Valle di Lanaitto, uno dei luoghi più emblematici del Supramonte. Più che una valle, il Lanaitto è un piana carsica, circondata da aspre montagne di nuda roccia calcarea ricoperta da una rada vegetazione mediterranea, che diviene fitta nei punti in cui trova un po' di terreno. Muretti a secco e filari di alberi dividono la piana in appezzamenti per l'agricoltura, mentre sui rilievi circostanti troviamo greggi e mandrie al pascolo, sorvegliate da pastori che dormono ancora nelle antiche capanne di pietra e ginepro chiamate pinnettos, spesso situate in luoghi raggiungibili unicamente a piedi.

Ma è la roccia calcarea a dominare gli ampi spazi del Supramonte, coi suoi campi solcati, i suoi enormi e ancora in buona parte sconosciuti sistemi di caverne carsiche, i burroni, le pareti, ...
A Badde Pentumas questo dominio, o meglio questo equilibrio dinamico tra roccia e vegetazione crea, secondo me, una magia assolutamente unica e irripetibile.

Nome Badde Pentumas
Regione Sardegna
Centro urbano più vicino Oliena
Dislivello 430 m
Sviluppo 2 km
Verticale massima 32 m
Roccia Calcare
Difficoltà3
Navetta Poco utile
Esplorazione Gruppo Speleologico Faentino; primi anni '70.

 

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Cosa trovate nella descrizione dettagliata della gola

Ricordi

Spesse volte ho sentito la gente parlare del Supramonte come luogo dal fascino "primitivo" ... Devo dire che in tutti i luoghi del Supramonte che ho visitato, che fossero facili o difficili da raggiungere non ho però mai avuto la sensazione di trovarmi di fronte ad una antichità particolarmente remota. Si, ci sono i nuraghi, e anche i pinnettos (che ai nuraghi somigliano parecchio) ... ci sono insomma i segni della presenza millenaria dell'Uomo in quei luoghi inospitali, ma appartengono a quell'ambiente, a quel paesaggio che era già così come è oggi e che per questo mi appare come contemporaneo.

Quando però mi affacciai da quella sorta di porta-finestra con cui inizia la gola di Pentumas ("Su Boccaportu") ebbi la viva sensazione di trovarmi al cospetto di un paesaggio che aveva vissuto una storia tanto antica e complessa da essere quasi inimmaginabile. Le enormi pareti che mi stavano davanti avevano forme inequivocabilmente create dall'erosione di fiumi che in quel paesaggio semplicemente non possono esistere ma che una volta evidentemente c'erano. Almeno una decina di fiumi avevano inciso quelle pareti in epoche diverse, e ogni volta le rocce si erano sollevate per essere erose ancora.
Si, i numeri li conosco, la geologia ci insegna che questi processi durano milioni di anni ... ma un numero non ti da di per sé alcuna sensazione, mentre quella vista si. Percepisci immediatamente che per creare quel paesaggio c'è voluto un tempo inimmaginabile e vicissitudini incredibili che non appartengono a questo tempo. E tu, piccolo uomo torrentista, rimani a bocca aperta al cospetto di una entità non solo enorme e possente ma anche straordinariamente antica.

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