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Michele Angileri

Canale Margherita

Una volta, molti milioni di anni fa, la placca tettonica della Calabria si trovava da un'altra parte. Era vicina alla Sardegna, che a sua volta si trovava attaccata alla Francia. Le placche della Calabria e della Sardegna (o meglio del blocco sardo-corso) si staccarono dal continente europeo e si misero lentamente in moto verso est. Dopo qualche milione di anni il blocco sardo-corso si fermò nella sua posizione attuale, mentre la Calabria proseguì il viaggio finché non urtò contro la neonata penisola italiana.

Il tormentato paesaggio della parte settentrionale della Calabria fu disegnato da quella colossale collisione, che sollevò le montagne del Pollino e dell'Orsomarso, piegò, spezzò e triturò le rocce sedimentarie. In alcuni luoghi questa storia geologica è chiaramente visibile: penso ad esempio alle Timpe di San Lorenzo Bellizzi, coi loro possenti strati calcarei spezzati e sollevati dal lato meridionale (quello della collisione), oppure penso alla forra del Canale Margherita, con la sua arenaria-quarzite follemente piegata e triturata dall'orogenesi. Luoghi molto diversi tra loro, ma entrambi aspri, pericolosi e dalla bellezza sublime.

La forra del Canale Margherita, brevissima e quasi priva di difficoltà, a due passi dalla strada, permette di gettare un rapido sguardo a una non comune particolarità geologica.

Nome Canale Margherita
Regione Calabria, Pollino
Centro urbano più vicino Villapiana
Dislivello 30 m
Sviluppo 150 m
Verticale massima 4 m
Roccia Metarenaria
Difficoltà3
Navetta No
Esplorazione Michele Angileri; agosto 1997

 

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Cosa trovate nella descrizione dettagliata della gola

Ricordi

Uno degli aspetti del torrentismo che più mi affascina è il drammatico accostamento tra la Natura più sconosciuta e selvaggia e i luoghi quotidiani della nostra antica civiltà. A due passi dalle strade asfaltate, dai paesi, dai negozi, dalle scuole ci sono angoli di selvaggezza pura e indomabile, di cui però l'uomo comune non si accorge. L'occhio passa su luoghi e forme straordinari senza che il cervello comune le percepisca, senza che sappia dare loro un senso, capire cosa quei luoghi e quelle forme nascondano.

Il torrentismo esplorativo è dunque scoperta sublime, giacché non ha bisogno di nuovi luoghi bensì di nuovi occhi: di una maturazione del modo di vedere e interpretare le forme del paesaggio. Le forre si trovano intorno a noi, vicino ai luoghi che frequentiamo, praticamente dietro casa! Per vederle, per trovarle occorre però allenare la mente aumentandone la percezione e la comprensione del paesaggio.

La forra che sta dietro casa mia è il Canale Margherita. Ora che ho gli occhi allenati la distinguo chiaramente dal balcone di casa. Le colline attorno al Canale mi hanno visto giocare con gli amici, cercare funghi e asparagi, fare picnic, ma della forra non mi ero mai accorto, né io né i miei compagni né alcun altro del paese.

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