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Michele Angileri

Fosso Malopasso

Ai confini tra il Lazio e l'Abruzzo il massiccio dei Monti della Laga costituisce una interessante particolarità geologica. È composto da potenti bancate di pietra arenaria, poggiate su strati di marne. Gli strati sono immersi a est, per cui il versante laziale risulta più ripido e roccioso di quello abruzzese. Le vette superano abbondantemente i 2000 metri. La posizione a est del massiccio, unita all'altezza delle cime, garantisce un clima invernale rigido e caratterizzato da abbondanti nevicate.

I Monti della Laga sono ricchi d'acqua, sia perché le precipitazioni sono abbondanti, sia per la natura impermeabile dell'arenaria. Così il paesaggio della Laga è caratterizzato da un gran numero di ruscelli che precipitano verso valle formando spettacolari cascate. D'inverno queste sono terreno di gioco per gli ice-climbers. D'estate nelle valli più aspre è possibile effettuare discese torrentistiche interessanti, particolari e impegnative in ragione dei dislivelli, della lunghezza degli itinerari di accesso, della presenza di nevai fino all'inizio dell'estate, della bassa temperatura dovuta alla quota.

In tarda primavera o in autunno le cascate del Fosso Malopasso offrono al torrentista una discesa ricca di fascino e bellezza.

Nome Fosso Malopasso
Regione Lazio, Monti della Laga
Centro urbano più vicino Amatrice (Rieti)
Dislivello 370 m
Sviluppo 900 m
Verticale massima 40 m
Roccia Arenaria, marna
Difficoltà6
Navetta No
Esplorazione ???
Parte bassa: Michele Angileri, 3 luglio 2016

 

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Cosa trovate nella descrizione dettagliata della gola

Ricordi

All'epoca della mia prima discesa (13 novembre 2005) il Fosso Malopasso era praticamente sconosciuto in ambito torrentistico, sebbene abbondantemente chiodato a fix, evidentemente posizionati nel corso di almeno due diverse discese. Una gola conosciuta da pochi. Della sua esistenza non si trovavano tracce sul web, né alcuno sembrava averne mai sentito parlare.
Strano destino quello dei torrenti della Laga ... frequentati da alpinisti, escursionisti e torrentisti ma ancora oggi in parte sconosciuti perfino agli "addetti ai lavori" ...

Quell'autunno aveva già piovuto abbondantemente e così le cascate erano in ottima forma, perfino impressionanti. Ma come spesso accade sulla Laga il pericolo non cresce più di tanto con l'abbondanza di acqua nelle cascate. Così ci si può divertire a farsi schiaffeggiare amichevolmente dagli spruzzi che arrivano un po' da ogni direzione. Le foto vengono molto bene, anche perché il torrente non è mai inforrato o buio. Quella volta però non portai la macchina fotografica perché gli zaini pesavano già troppo e la salita era lunga e faticosa.
Due anni dopo la macchina fotografica c'era, ma quello probabilmente era l'anno più secco dell'ultimo secolo (record battuto, ahimè, negli anni seguenti...). Il terreno era polveroso, le sorgenti asciutte. Nelle cascate scorreva un misero filo d'acqua e quella discesa fu assai meno affascinante della prima.

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