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Michele Angileri

Canale Franciardi

Le fiumare sono un elemento caratteristico del paesaggio ionico calabrese e lucano. Si formano perché la roccia delle montagne è "triturata" dall'orogenesi. I torrenti trasportano enormi quantità di detrito roccioso, che riempiono il fondo delle valli trasformandolo in un deserto di sassi tra cui si fanno strada le strisce d'acqua del torrente.
È un paesaggio grandioso quello delle fiumare: in fondo ai ripidi versanti delle valli sembra scorrere un gigantesco fiume di pietre, che arriva ad essere largo anche un chilometro.

Sicuramente la più bella fiumara dell'Alto Ionio Calabrese è quella formata dal torrente Saraceno. Dai piedi del paese di Alessandria del Carretto fino al mare, il torrente Saraceno serpeggia in una profonda valle dai fianchi ripidi e boscosi, lontano dalle case e dalle attività dell'Uomo. Nessun comodo sentiero raggiunge la fiumara, nessuna strada.

Mentre scende verso la Porta Saracena (l'ampia gola con cui raggiunge la piana detritica che precede il mare) il Saraceno riceve numerosi piccoli affluenti che arrivano da valli aperte e dirupate scavate nel flysch delle montagne, e circondate da una macchia spesso impraticabile.
Per il torrentista si tratta di valloni poco interessanti sotto il profilo tecnico. Non si tratta tuttavia di itinerari banali, perché l'ambiente in cui si svolgono non è banale. E IMHO vale la pena immergersi in un ambiente del genere, aspro e selvaggio, particolare nelle forme e nei colori, esigente in termine di fatica fisica e capacità di orientamento.

Per assaporare l'ambiente della valle del Saraceno consiglio la discesa del Canale Franciardi, affluente del Saraceno situato non lontano dal paese di Albidona. È una gola dal profilo aperto che si percorre camminando e disarrampicando ma che, a un certo punto, presenta una bella cascata di 30 m da scendere con la corda.

L'ambiente della gola del Franciardi è maestoso e selvaggio. Il paesaggio intorno non è da meno.

Nome Canale Franciardi
Regione Calabria, Pollino
Centro urbano più vicino Albidona
Dislivello 180 m
Sviluppo 1700 m
Verticale massima 30 m
Roccia Flysch, marne
Difficoltà3 (inverno, primavera)
Navetta Possibile con 2 SUV, ma non indispensabile.
Esplorazione Michele Angileri; agosto 1998

 

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Cosa trovate nella descrizione dettagliata della gola

Ricordi

Quando in Calabria d'estate scoppia il Caldo con la C maiuscola c'è poco da scherzare ... E forse il peggior posto dove trovarsi è la fiumara, soprattutto laddove non c'è più acqua. Le pietre si arroventano, l'aria scotta, il caldo in pochi minuti dà alla testa ...

Il Franciardi è un affluente della Fiumara Saraceno. In estate ha giusto un filino d'acqua, che appare e scompare dai detriti dell'alveo. Non era una buona idea quella di esplorare quella gola, non con quel caldo ... Tanto più che non conoscevo l'itinerario di ritorno e avrei dovuto andare a naso e a fortuna, magari camminando un po' lungo la fiumara. Ma non mi rendevo conto del rischio, perché per me una gola era comunque un posto più fresco del circondario: sarei stato meglio nel torrente che fuori (questo pensavo).
Così partii tardi, attaccando la discesa alle 11-11,30, con l'idea di scendere il torrente nelle ore più calde e risalire alla macchina non prima delle 16-17, quando (pensavo) ci sarebbe stato più fresco. Non volevo che mi finisse come allo Zagaria, dove risalii alle 13-14 prendendomi un mezzo colpo di calore.
In un'oretta arrivai in cima al salto da 30 m, prendendomela con calma, scattando le foto. Un filino d'acqua c'era: potevo bagnarmi la testa e infilarmi in qualche pozza melmosa per rinfrescarmi un po'. Non si stava male, ma certo non si stava bene come allo Zagaria ...
La corda non bastava ... L'albero che usai come ancoraggio era arretrato di qualche metro, e inoltre io avevo solo 50 m di corda. Dovevo dunque attrezzare una sosta in parete, piantando gli spit manualmente. La roccia era una marna che non mi ispirava fiducia, perciò di spit alla sosta ne piantai due. Tutta la manovra mi costò circa un'ora di tempo, che passai appeso sotto il sole delle ore 13.
Dopo il salto l'acqua spariva: più niente, neanche una pozzanghera. Il torrente era bello, tranquillo ma asciutto. In poco tempo arrivai al punto in cui il Franciardi si allarga per diventare una fiumara, mezzo chilometro a monte della confluenza vera e propria col Saraceno. Pochi metri ed ecco un sentiero sulla destra, che però è impraticabile perchè cancellato dai rovi. Sulla sinistra ecco un sentiero che pare frequentato. Bene, proverò a uscire da lí. Mi sento stanco, la tensione dell'esplorazione se n'è andata, forse ho fame. Mangio qualcosa e mi riposo all'ombra. Fa caldo, Dio se fa caldo! Non è il caso di iniziare a salire adesso, meglio aspettare un po' ... Meglio? quaggiù si cuoce, le pietre della fiumara sono roventi, mentre invece il sentiero sale in mezzo alla pineta, dovrebbe essere più fresco.
E così alle 15 inizio a salire, piano piano, lo zaino carico. Saliti una settantina di metri sento le forze venirmi via, di botto, senza preavviso. Non svengo, ma non ho davvero la forza di muovermi. Mi getto sulla testa quel po' d'acqua che mi è rimasta, mi sdraio sulla corda (che è bagnata), e aspetto che mi tornino un po' di forze, che l'aria rinfreschi. Il termometro mi dice che nel bosco, all'ombra, ci sono 35 gradi. Alle cinque si alza un po' di vento dal mare, e la temperatura sale a 36 gradi e mezzo ... Pazzesco! in un bosco di montagna alle 5 del pomeriggio! Verso le 18,30 la temperatura è sempre quella, ma un pochino di forze mi sono tornate e riesco a rialzarmi (anche perché da lí me ne devo andare). Non ce la faccio assolutamente a portare lo zaino. Abbandono l'attrezzatura, porto con me soltanto i pantaloncini, la maglietta e il marsupio, e vado su ...

Sono tornato a prendere l'attrezzatura la mattina dopo, alle 5, prima dell'alba. Due giorni di mal di testa per smaltire un discreto colpo di calore ... Poteva andare peggio.

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