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Michele Angileri

Vallone di Èrchie (Vallone S. Nicola)

La Costiera Amalfitana è un angolo d'Italia assai celebre, conosciuto in tutto il mondo, ma allo stesso tempo è uno degli angoli più sconosciuti d'Italia. Questa situazione paradossale è dovuta alla bizzarra natura di questo luogo: è asperrimo ma anche densamente abitato, è un luogo di mare ma ci vive gente di montagna, è assediato da industrie e città ma è sostanzialmente privo di strade, è luogo di turismo di massa ma solo una èlite visita qualcosa di più della piazzetta di Amalfi o dei vicoli di Positano. A un chilometro dalla costa, del turismo rimane solo un'eco e la vera natura di questo luogo emerge indisturbata. Boschi che sono giungle impenetrabili in mezzo ad enormi pareti rocciose, paesi incastonati nella pietra, limoneti appesi sopra le forre e i burroni. Dolomiti in mezzo al mare.

Il vallone alla foce del quale sorge il borgo di Èrchie scende ripido e aperto dal Monte dell'Avvocata, con alte cascate e brevissimi inforramenti.

Nome Vallone di Èrchie (Vallone S. Nicola)
Regione Campania, Costiera Amalfitana
Centro urbano più vicino Èrchie (Salerno)
Dislivello 270 m
Sviluppo 1 km
Verticale massima 70 m
Roccia calcare
Difficoltà4 (primavera)
Navetta No
Esplorazione Michele Angileri, Andrea Pucci; 28 maggio 2006

 

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Cosa trovate nella descrizione dettagliata della gola

Ricordi

Un'esplorazione la devi progettare accuratamente, a lungo. Prima devi avere fatto una ricognizione sul posto, perché solo così puoi farti un'idea di cosa ti aspetta. Poi ti studi le carte, a tavolino. Poi prepari il materiale, con l'esperienza che ti dice cosa portare. Poi organizzi la data.

E finalmente sei sul posto. Scendi dalla macchina, dividi il materiale da portare su, lo metti nello zaino, ti metti lo zaino in spalla ...
E ti viene un accidente ... quello non è uno zaino, è un macigno! Non va. La salita sembra tutta al sole, non possiamo portarci su tutta questa roba ... ma cosa lasciare? A cosa rinunciare? A tutto il superfluo, ovviamente: la macchina fotografica (ecco perché qui non vedete nessuna foto!) un po' d'acqua (forse soffriremo un po' la sete, ma pazienza!), i cordini ... e prendiamo la muta leggera, che un po' di freddo non ha mai ucciso nessuno!

Ma lo zaino è ancora troppo pesante, e decidiamo di portare le corde corte. E dopo qualche ora sono dispiaciuto per questo, perché il salto più alto è veramente alto, e le corde non arrivano in fondo. Dobbiamo così scendere in due tiri, fuori dall'acqua.

Ammiravo la bellissima e tranquilla cascata dal basso e mi dicevo sconsolato: che bello sarebbe stato scendere a filo d'acqua ...

La prossima volta.

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