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Michele Angileri

Fosso dei Cavalli

La più impegnativa tra le forre del Lazio si apre nella parte più nascosta del Monte Terminillo. Ha una prima parte verticale che termina alla confluenza con un'altra gola (il cosiddetto Ramo Destro, anche noto come Fosso della Tana). Segue un tratto aperto, quindi una seconda parte inforrata tra pareti altissime. L'ambiente è splendido, la discesa è lunga, faticosa e gratificante, riservata a torrentisti esperti.
È possibile, tuttavia, effettuare la discesa della sola parte bassa del canyon, quella più inforrata. In questo caso l'itinerario risulta alla portata anche di torrentisti poco esperti e attrezzati.

Nome Fosso dei Cavalli
Regione Lazio, Monti Reatini
Centro urbano più vicino Sigillo (Rieti)
Dislivello 580 m
Sviluppo 1100 m
Verticale massima 53 m
Roccia calcare
Difficoltà8
Navetta Sconsigliata
Esplorazione Michele Angileri, Riccardo Hallgass; 12 agosto 1993.
La parte terminale della forra era stata percorsa in arrampicata da Lamberto Brucchietti ed altri, a metà anni '80.

 

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Cosa trovate nella descrizione dettagliata della gola

Ricordi

L'amico Federico Donati mi prestò le carte IGM della zona del Terminillo. Era l'autunno del 1992.
C'era una valle, nel versante orientale, che a vederla sulla carta era ricca di affluenti che scendeveno ripidi tagliando fasce di pareti. Qualcuno di questi poteva essere una forra, mi dissi.
Qualche giorno dopo andai a vedere ... Né forre ne torrenti, perbacco: i primi affluenti della valle principale erano torrenti solo sulla carta. Nella realtà erano canaloni pieni di detrito e di macchia: avevano cessato di essere dei torrenti da qualche migliaio d'anni, più o meno dopo l'ultima glaciazione ...
Continuai metodicamente ad esaminare gli affluenti man mano che risalivo la valle, risalendo ciasuno di essi fino a quando non mi convincevo che non ci fosse nulla di interessante. Un affluente fu un tantino complicato da raggiungere: dovetti farmi largo tra i rovi e guadare il torrente principale. Raggiuntolo iniziai a risalire il greto ...
... e mi ritrovai in una forra stretta e grandiosa, chiusa da pareti altissime, perfettamente invisibile dall'esterno. Andai avanti nella penombra fino a che una cascata asciutta mi sbarrò il passo.
Questo si che era un torrente interessante! come si chiama? Fosso dei Cavalli ...

Passò l'inverno, e pure la primavera. All'inizio dell'estate mi decisi ad andare a cercare l'imbocco della forra. Un sentiero segnato sulla IGM avrebbe dovuto portarmi nella zona giusta. Ci andai. Nella realtà il sentiero era ridotto a un'esile traccia che a un certo punto scompariva del tutto ... Riuscii comunque ad arrivare dove volevo: sull'orlo della prima cascata della forra, che qui era molto diversa di come era a valle: aperta e verticale invece che chiusa e poco ripida. Riuscii anche a trovare un punto panoramico, da cui si vedeva la forra verticale terminare con due cascate divise da una sorta di gradino. Erano molto alte, soprattutto la seconda: 50 metri, forse perfino 70 ... Il fondo non era visibile e dunque mancava un importante riferimento per le altezze.

In quegli anni il mio partner più assiduo era l'amico Riccardo Hallgass, detto "Riccardino". Era andato per diversi anni in vacanza, in estate, in un gruppo dolomitico sconosciuto alla massa degli escursionisti, ma già frequentato dai torrentisti: i Monti del Sole. Riccardino mi aveva raccontato più volte le sue avventure per i sentieri e le cenge di quelle montagne, dove aveva visto numerose forre di grande bellezza. Così avevamo programmato di andarci in vacanza assieme, per sentieri ma soprattutto per torrenti. Volevamo scendere i torrenti noti ed esplorarne qualcun altro che, con tutta probabilità, era inesplorato.
E così qualche giorno dopo avere fatto la ricognizione al Fosso dei Cavalli partimmo alla volta dei Monti del Sole. Perbacco, che montagne!! Riccardino aveva ragione: asperrime e grandiose, molto poco estese ma ripiegate su se stesse in modo da formare una grande quantità di gole! Un paradiso torrentistico ...
... ma un inferno meteorologico!! Io vorrei sapere chi è quel cretino che ha voluto chiamare quelle montagne i Monti del Sole ... pioveva tutti i giorni! Iniziava al mattino, e continuava nel pomeriggio con due ore di diluvio. In 5 giorni riuscimmo a malapena a fare un paio di camminate. Non osammo entrare in una forra.
Il giorno in cui la tenda finì col galleggiare nell'acqua che percorreva il prato del campeggio come fosse il greto di un torrente mi decisi a dire a Riccardo che era il caso di tornare a Roma. E le esplorazioni? Riccá, c'è quella forra sul Terminillo, quella di cui ti parlavo.

Tornammo a Roma, dove era in corso un'altra stagione. A Roma era estate, quella vera, col sole cocente e il caldo asfissiante. Questi si che sono i monti del Sole ... e infatti ci toccò partire di notte e iniziare la salita alle prime luci dell'alba, per sfuggire il più possibile al sole cocente. E anche così fu dura, con gli zaini carichi sulla schiena.
Arivammo sulla prima cascata e l'adrenalina accumulata e non sfogata sulle dolomiti bellunesi si scatenò appieno. Scendemmo chiodando le cascate a mano (non possedevamo un trapano), velocemente, senza soste. Cascata dopo cascata ci avvicinammo alle due cascate che avrebbero dovuto concludere il tratto più verticale, quelle cascate che avevamo visto entrambi dal punto panoramico vicino al sentiero di accesso ...
... e ce le ritrovammo di fronte! Quella era un'altra forra! quel torrente non era stato rappresentato sulla carta IGM, e ciò mi aveva tratto in inganno. La parte alta del Fosso dei Cavalli si componeva di due distinte forre affluenti. Noi eravamo sul ramo alla sinistra orografica.

Terminata la parte verticale proseguimmo verso la grandiosa forra della parte bassa ...

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