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Michele Angileri

Gola di Casperia (Fosso di Caprignano)

Tra i borghi della Sabina quello di Casperia è forse il più bello: pulito, silenzioso, panoramicissimo. L'intreccio di edifici e vicoli in pietra bianca riveste la cima di una piccola collina ai piedi dei Monti Sabini, in uno scenario tra i più belli d'Italia. Da un lato i monti ammantati di leccete, dall'altro la bassa Sabina coi suoi borghi, i campi e gli uliveti.

I borghi medievali venivano eretti in posizione facilmente difendibile. Quello di Casperia in particolare ha una formidabile difesa naturale: il profondo burrone del Fosso di Caprignano, la Gola di Casperia. È una forra stretta, che divide la collina di Casperia da quella di Caprignano (su cui un tempo sorgeva l'omonimo castello).
Purtroppo però, come spesso accade alle forre sui cui versanti sorge un paese, l'ignoranza, la disorganizzazione e l'inciviltà degli abitanti ha scaraventato all'interno della forra rifiuti urbani ed edilizi, nonché acque di scarto della vendemmia e della spremitura delle olive. Senza rendersene conto gli abitanti di Casperia hanno inquinato un gioiello naturale.

In questi ultimi anni, però, la situazione è migliorata. Forse si è fatta strada la coscienza ecologica, forse il Comune ha potenziato il servizio di raccolta dei rifiuti, ma sta di fatto che da 10 anni a questa parte ai rifiuti presenti nella gola non ne sono stati aggiunti altri. E anche l'acqua si mantiene pulita.

Nome Gola di Casperia (Fosso di Caprignano)
Regione Lazio, Monti Sabini
Centro urbano più vicino Casperia (Rieti)
Dislivello 90 m
Sviluppo 400 m
Verticale massima 18 m
Roccia calcare
Difficoltà4
Navetta Possibile
Esplorazione Michele Angileri, Orazio Carallo, Luca Liberti, Andrea Monaco, Gaetano Peluso; dicembre 2000

 

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Cosa trovate nella descrizione dettagliata della gola

Ricordi

Fu un'esplorazione complessa ... La prima volta che vidi la gola ci trovai acqua fortemente inquinata: impossibile da percorrere. Anni dopo feci un'altra ricognizione, e constatai che stavolta l'acqua era pulita anche se c'era comunque della spazzatura. Non volli fidarmi e feci così una ricognizione in tecnica speleo. Assieme all'amico Ezio Carallo attrezzammo un bel tratto inforrato, fermandoci per esaurimento del materiale. La forra era tutto sommato pulita. Non restava che decidersi a scendere in doppia, cosa che feci assieme a Gaetano, Andrea e Luca.

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